Cosenza – La Guardia di Finanza di Cosenza, nell’ambito di un’operazione contro il caporalato, ha portato all’arresto di 52 persone e al sequestro di 14 aziende agricole. Fra gli arrestati, 24 caporali che sfruttavano i braccianti nei campi. Da quanto si apprende, sarebbero più di 200 i lavoratori schiavizzati con turni anche di 12 ore, e reclutati in precedenza nei centri di accoglienza vicini. Venivano pagati in nero 80 centesimi a cassetta per la raccolta degli agrumi e 28 euro al giorno per quella di fragole. “Abbiamo individuato oltre 200 lavoratori sfruttati e lesi nella loro dignità”, commenta Danilo Nastasi, comandante della Guardia di Finanza di Cosenza. “Questa indagine mette fine ad una situazione di illegalità che rappresenta una vera e propria piaga sociale, ma anche economica. Perché falsa la leale concorrenza tra le imprese e lede profondamente la dignità umana”. “Gli arresti eseguiti tra Calabria e Basilicata dimostrano ancora una volta che contro il fenomeno del caporalato non bisogna mai abbassare la guardia, con una situazione di incertezza che rischia di rendere più ricattabili dalle organizzazioni criminali sia lavoratori che imprenditori”, spiega Onofrio Rota, segretario generale della Fai Cisl.
Caporalato: sequestrate 14 aziende agricole al Sud
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