Bruxelles (Belgio) – Secondo l’ultimo rapporto Outlook della Commissione europea, nel prossimo decennio la domanda di carne di pollame nell’Ue è destinata a rallentare. Dopo essere aumentata del 2% all’anno tra il 2011 e il 2021, i previsori suggeriscono che ci sarà un aumento dello 0,5% annuale tra il 2021 e il 2031, con un consumo pro capite che crescerà da 23,5 Kg nel 2021 a 24,8 Kg nel 2031. La crescita sarà guidata dai continui cambiamenti nelle preferenze dei consumatori: un’immagine più sana del pollame rispetto ad altre carni, la facilità di preparazione e l’assenza di vincoli religiosi riguardo al suo consumo. Adattandosi ai cambiamenti della domanda, la produzione di pollame dovrebbe aumentare solo dello 0,4% (in modo più lento rispetto al +2,6% registrato nell’ultimo decennio). Sul fronte delle esportazioni, la Commissione Ue non ritiene che ci sarà un significativo aumento. I principali prodotti esportati saranno quelli meno richiesti nell’Ue, come ali, zampe e frattaglie. Sottolinea però che ci saranno diversi equilibri e nuove opportunità di esportazione: il previsto aumento delle importazioni totali dall’Africa subsahariana (+55%), dalla Colombia (+177%) e dalle Filippine, insieme al nuovo mercato britannico post Brexit (+25%), potrebbe raggiungere le 178mila tonnellate all’anno fino al 2031. Nel frattempo, è molto probabile che la Cina e la Russia riducano le importazioni di pollame, rispettivamente del 40% e del 53%. Portando l’Ue a perdere quote nel commercio mondiale, passando dal 16% nel 2021 al 13% nel 2031.
Carne di pollo Ue: nei prossimi dieci anni la domanda è destinata a rallentare
Margherita Luisetto2022-01-25T09:35:47+02:0025 Gennaio 2022 - 09:35|Categorie: Carni|Tag: avicolo, pollo|
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