Roma – Nel 2021 le carni fresche Dop e Igp, che contano sei denominazioni e 10.293 operatori, hanno generato un valore di 92 milioni di euro alla produzione (-0,5%) pari all’1% del comparto ‘Cibo Dop Igp’. A segnalarlo è il XIX Rapporto Ismea-Qualivita – l’indagine annuale che analizza i valori economici e produttivi della qualità delle produzioni agroalimentari e vitivinicole italiane Dop Igp Stg – presentato al Mipaaf nei giorni scorsi. L’export delle carni fresche ha raggiunto 10 milioni di euro (+1%) e ha coinvolto il 9% della produzione certificata. In Sardegna (33 milioni di euro) e Toscana (18 milioni di euro) si concentra oltre la metà del valore totale della categoria. In crescita le prime tre denominazioni per ordine di valore generato: Vitellone Bianco dell’Appennino Centrale Igp, Agnello di Sardegna Igp, Agnello del Centro Italia Igp. Valori in calo, invece, per le produzioni di Abbacchio Romano Igp e Cinta Senese Dop.
Carni Dop/Igp: secondo Ismea-Qualivita, nel 2021 generati 92 milioni di valore alla produzione
Margherita Luisetto2022-02-15T10:33:42+02:0015 Febbraio 2022 - 10:33|Categorie: Carni|Tag: carni dop e igp, rapporto ismea-qualivita|
Post correlati
Cun suino vivo: rimbalzo quasi finito, solo +0,9 centesimi (pesante Dop a 1,959 euro/kg)
30 Aprile 2025 - 16:08
Cun tagli freschi: è quasi tregua, ma la coppa per stagionatura vola (+11,8% in un mese)
28 Aprile 2025 - 08:45