Di Luigi Rubinelli
Mario Gasbarrino, Ad di Decò Italia, ha lanciato su LinkedIn l’idea di chiudere i punti di vendita della Gdo alimentare la domenica per recuperare produttività. Ha suscitato un vespaio e un numero elevatissimo di risposte. Le ho lette tutte, ho sorriso diverse volte, ho sorvolato altre volte, ho apprezzato tante volte.
Non voglio rispondere a Gasbarrino direttamente su quel post di LinkedIn, ma mi prendo la briga di dire la mia (e non sono un operatore, ma un giornalista), facendo alcune riflessioni.
La prima:
UniCoopFirenze chiude la domenica da sempre in un territorio dove la competizione è intensa: Esselunga, Coop, tutti i discount. Eppure il fatturato like for like di UnicoopFi cresce, come la sua quota di mercato. Ogni tanto, in via eccezionale, apre la domenica mattina. Ogni tanto e in via eccezionale. Solo la mattina.
La seconda:
frequento Berlino da un po’ di tempo per necessità famigliari. I supermercati e i discount sono tutti chiusi la domenica e nessuno sente il bisogno di andare a fare la spesa quel giorno. Gli orari settimanali sono, infatti, sufficientemente prolungati.
La terza:
in Europa sono rimasti solo Italia, Spagna, Paesi Bassi, Svezia, Regno Unito con aperture libere o parzialmente regolamentate. Negli altri paesi la domenica i negozi chiudono.
Altre considerazioni:
In tutti i paesi, che chiudano o no i supermercati la domenica, gli ospedali come i trasporti sono servizi essenziali e rimangono funzionanti perché appunto sono essenziali. I supermercati non sono servizi essenziali.
Molti operatori pensano che restando aperti anche la domenica aumenteranno le vendite e l’occupazione. Non è vero. Invece sono aumentati i costi, i margini si sono ridotti.
Fatto 100 i volumi delle vendite su 7 giorni, tendenzialmente i volumi rimarranno sempre 100 anche se spalmati su 6 giorni. Lo stesso fatturato però porterà meno costi operativi, probabilmente più utili. Il personale? Sarà più contento e non è una cosa di poco conto.
Tutta la pubblicistica oggi spiega che bisogna migliorare i negozi fisici e i siti on line, ma soprattutto bisogna aumentare la soddisfazione delle risorse umane interne, del punto di vendita ma non solo. Perché nessuno lo fa?
Da cliente: le casse nei primi cinque giorni della settimana sono scarsamente visitate, le vendite esplodono il sabato e la domenica.
È vero che la domenica in molti formati è il secondo giorno per incasso, ma quanto margina davvero la domenica?
Bisognerebbe calcolare la contribuzione netta (dopo il costo del lavoro, l’energia, la logistica),
Bisognerebbe calcolare la produttività per persona full time equivalent all’ora la domenica paragonata al sabato e i giorno feriali,
Bisognerebbe calcolare l’effetto spostamento dei clienti quanti volumi si spostano sugli altri giorni della settimana se il negozio chiude.
Fatto questo calcolo si scoprirebbe che non c’è bisogno di tenere aperti la domenica.
Conclusioni
Con le chiusure domenicali le persone torneranno a fare le ferie per intero, ad avere giorni di riposo. Con benefici aziendali e sociali di lungo periodo.
Pensateci.