Contributo di 90 centesimi per le fatture Pec: il Gigante spiega

2013-04-10T13:25:29+02:0015 Marzo 2013 - 11:10|Categorie: Retail|Tag: , , |

Bresso (Mi) – Il Gigante ha inviato negli scorsi giorni una lettera ai propri fornitori per chiedere un contributo di 90 centesimi per ogni fattura ricevuta in formato Pec. Abbiamo chiesto all’insegna distributiva quali sono le motivazioni che hanno portato a questa richiesta. Di seguito pubblichiamo la cortese risposta di Roberto Carlino, direttore amministrativo della società.

 

“A nostro avviso, l’utilizzo della Pec ha generato un miglioramento qualitativo per il sistema nel suo complesso, ma ha, di fatto, trasferito i costi di emissione e di spedizione delle fatture dal fornitore al cliente. Più in particolare, il fornitore risparmia i costi di produzione e di spedizione della fattura ( carta, busta, affrancatura, ecc.), trasferendone buona parte sul cliente. A tale squilibrio si intende porre in parte rimedio con la richiesta di un contributo la cui entità è comunque inferiore al risparmio del mittente, esclusa – nel modo più assoluto – ogni altra presunta finalità. Ovviamente, per le fatture da noi emesse ai fornitori, aderiremo ad analoga richiesta che ci venisse formulata. La nostra azienda, nella posizione di cliente che riceve centinaia di migliaia di fatture ogni anno ( molte delle quali di più pagine), si trova a sostenere costi rilevanti che sono ( e sono sempre stati ) a carico del fornitore, sviluppando software dedicati, acquistando stampanti particolari, oltre a carta, toner, ecc. Ulteriore aggravio per il cliente/ricevente la fattura, anche in termini di costi del personale addetto alle operazioni ed ai controlli, è derivato e deriva dal fatto che molti fornitori  “per sicurezza di ricezione”  hanno ripetuto anche più volte (sino a undici)  l’invio dei propri lotti di fatture, in particolare nei primi mesi di utilizzo della Pec. Non si dimentichi, infine, che alla stampa delle fatture si aggiunge anche la stampa di centinaia di documenti che nulla hanno a che vedere con le stesse, in quanto i mittenti hanno inviato alla Pec listini prezzo, comunicazioni, auguri natalizi, ecc.; i software non sono in grado di distinguere se il pdf allegato alla Pec contenga un documento fiscale o meno: pertanto tutto deve essere stampato dal ricevente, anche in questo caso con ingiustificato aggravio di costi. In definitiva, la richiesta di tale modesto contributo persegue solo una paritetica suddivisione di costi, peraltro già interamente di competenza del mittente”.

Le porgo cordiali saluti
Roberto Carlino

 

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