Roma – Il settore fieristico rischia di pagare un prezzo salatissimo a causa dello stop contenuto nel Dpcm del 24 ottobre. “Non riusciamo più a lavorare, perchè è impossibile programmare. Il nostro settore è fatto di pianificazione sul medio periodo, di vendita e allestimento degli spazi, di investimenti in promozione e marketing. Chiuderci per quattro settimane è come chiuderci per tre mesi”, spiega al Sole 24 Ore Antonio Bruzzone, direttore generale di Bologna Fiere. Gli fa eco Maurizio Danese, presidente di Aefi (Associazione enti fieristici italiani): “Chiediamo finanziamenti a fondo perduto, per ripianare le perdite delle società fieristiche e degli organizzatori, e per ripagare le spese sostenute per adeguare i quartieri. Serve un fondo di almeno 400 milioni. E’ urgente mettersi attorno a un tavolo”. Antonio Cellie, Ceo Fiere di Parma, aggiunge: “Non siamo nelle condizioni di poter garantire nemmeno i convegni in programma a dicembre”.
Danese (Aefi): “Serve un fondo di 400 milioni, il Governo ci dica se il settore è strategico”
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