De Castro: “Serve un commissario all’Agricoltura forte”

2024-06-05T08:56:37+01:005 Giugno 2024 - 08:56|Categorie: in evidenza, Mercato|Tag: , |

Intervista all’europarlamentare uscente. L’esponente Pd traccia le prospettive della nuova legislatura Ue per il settore agroalimentare.

Incontriamo Paolo De Castro durante la presentazione del rapporto Ismea Italmercati al Cnel, il 4 giugno, a quattro giorni dalle elezioni europee. Il parlamentare Pd non si è ricandidato. Una scelta sottolineata con rammarico anche da molti esponenti di altri partiti e del mondo associativo, a dimostrazione del lavoro importante fatto in questi anni a Bruxelles.

Che profilo dovrebbe avere per lei il nuovo commissario europeo all’Agricoltura? 

Il profilo di una persona che sia non solo competente e conoscitore della politica agricola, ma che abbia soprattutto un peso politico rilevante all’interno del collegio dei commissari. Ricordiamo che tutte le decisioni vengono prese dal collegio, che si riunisce tutte le settimane, e quindi è fondamentale che ci sia un bilanciamento. È quello che è mancato per certi versi in questa legislatura, dove di fronte a una grande sfida di carattere ambientale, pur giusta e legittima, non c’è stato appunto quel bilanciamento da parte di un commissario dell’Agricoltura forte che potesse anche in qualche modo individuare le modalità con cui raggiungere quegli ambiziosi obiettivi ambientali.

In merito alle candidature alle europee presentate nel nostro Paese, ritiene che riflettano a sufficienza l’attenzione alle tematiche agroalimentari?

Diciamo che di candidati ‘agricoli’ ce ne sono tanti. Occorre però attendere ad esprimere un giudizio quando sapremo chi saranno gli eletti. Vedremo soprattutto la composizione della commissione Agricoltura e della commissione Ambiente, che sono le due commissioni dalla quali molte delle politiche agricole dipendono. Dopodiché faremo un’analisi e vedremo come poter continuare quel gioco di squadra che ha caratterizzato quella legislatura che sta ormai terminando.

Come valuta il programma del suo partito in questo senso?

I temi ci sono tutti. Certamente Elly Schlein ha voluto caratterizzare il programma con una dimensione di attenzione alle questione ambientali molto forte. Il tema è come accompagnare questa dimensione ambientale con delle politiche che possano aiutare gli agricoltori a non rimanere indietro. Non vogliamo che gli obiettivi ambientali mettano in discussione la struttura produttiva del nostro Paese, che ha oggi nell’agroalimentare il primo settore manifatturiero. Ricordiamo, perché proprio qui il Cnel non molte settimane fa ha annunciato il sorpasso dell’agroalimentare rispetto all’industria meccanica.

Dopo la lunga esperienza nelle istituzioni europee, oggi nel suo futuro cosa c’è?

Anzitutto l’università. Appena avrò terminato il mandato legato alla carica del parlamento europeo, ritorno all’attività accademica nell’ateneo di Bologna, dove ricopro la cattedra di Economia e Politica Agraria. E poi da professore vedremo. Certamente continuerò ad occuparmi di agricoltura.

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