Milano – “Il momento è favorevole per diversi formaggi italiani, dal Gorgonzola alla Mozzarella di bufala. Ma il Parmigiano Reggiano deve la sua ascesa alla grande qualità”. A parlare è Riccardo Deserti, direttore del Consorzio di tutela, sulle pagine di Italia Oggi. Il quotidiano fa sapere che, proprio nel 2024, si è registrato l’ultimo balzo produttivo della Dop: 4,08 milioni di forme (+1,6%). Le quotazioni inoltre si sono aggirate intorno a una media di 11 euro/kg per il Parmigiano Reggiano stagionato 12 mesi. Il prezzo era superiore di circa il 13% rispetto al Grana Padano: un differenziale che “ci ha aiutati”, come spiega Deserti, dal momento che, quando il divario di prezzo tra le due Dop scende sotto il 20%, il consumatore tende a scegliere il Parmigiano Reggiano. “Tuttavia”, aggiunge, “le differenze tra i due formaggi sono evidenti: il Grana Padano è molto legato al grattugiato mentre il Parmigiano Reggiano punta sulle lunghe stagionature. Ciò detto, non ci pestiamo i piedi, c’è un grande mercato internazionale e spazio per tutti”.
La quota export del Parmigiano Reggiano si aggira intorno al 43% del totale prodotto, di cui un quarto è assorbito dal mercato americano, tanto che la scorsa estate il Consorzio ha costituito una società negli Usa e aperto un ufficio a New York con l’obiettivo di rafforzare la promozione e la tutela del prodotto. “Quanto ai dazi, durante il primo mandato di Trump venimmo colpiti per una questione, quella della Boeing-Airbus, che non ci riguardava. Oggi non li temiamo”, afferma Deserti, “siamo attrezzati, anche se sarebbe meglio non ricorrere a misure protezionistiche che finirebbero per danneggiare solo i consumatori americani”. Deserti rivela che il Consorzio confida di crescere nel Paese al ritmo di +5% l’anno nel prossimo triennio.
Clicca qui per rimanere aggiornato sul mondo dei prodotti lattiero caseari.