Vendite in aumento del +8,3% a valore per l’insegna. Anche grazie ai prodotti a marchio, che si confermano tra i principali driver della crescita. La parola al direttore generale, Filippo Fabbri.
Un fatturato internazionale che raggiunge i 43,5 miliardi di euro, con un aumento del 5,6% rispetto al 2021. È questo il risultato ottenuto in chiusura dello scorso anno solare da Spar International, gruppo mondiale della distribuzione di cui fa parte Despar Italia. Anche quest’ultima sta ottenendo delle performance positive: +8,3% sul 2022 a valore. Sono solo alcuni tra i moltissimi dati resi noti in un evento per la stampa che si è tenuto martedì 24 ottobre nell’esclusiva location di Casa Lago a Milano, trasformata per l’occasione in Casa Despar. Il press day ha visto la presenza dei vertici del consorzio, con il saluto del presidente Gianni Cavalieri, nonché gli interventi del direttore generale Filippo Fabbri e della responsabile marketing e comunicazione Ombretta Putzu. Fondamentali per il radicamento territoriale dell’insegna sono stati l’espansione della rete vendita e gli investimenti per il rinnovamento dei negozi. Ma anche il prodotto a marchio, che si conferma il tratto distintivo dell’offerta Despar e uno dei driver principali della crescita, come ci spiega Filippo Fabbri.
Arrivate da un 2022 più che positivo…
Stiamo crescendo dell’8,3%, e negli ultimi tre mesi iniziamo a vedere anche una stabilità nei volumi. L’altro segnale favorevole proviene dal nostro prodotto a marchio: abbiamo raggiunto una share del 22,4% sul totale grocery (dato Nielsen aggiornato a settembre), crescendo di quasi un punto rispetto all’anno scorso. L’obiettivo a medio termine è di raggiungere il 25% entro il 2025. Oggi sono 16 le linee Mdd di Despar, con un assortimento completo di oltre 3.600 prodotti, per un totale di oltre 4.500 referenze. Complessivamente entro la fine del 2023 saranno lanciati circa 250 nuovi prodotti e verrà effettuato il restyling di circa 250 referenze. La nostra ambizione, in questo senso, è di passare da marchio a marca vera e propria.
Come state procedendo?
Stiamo lavorando moltissimo sui prodotti, sui packaging, effettuando tante ricerche sul consumatore. Proprio come avviene nell’industria, lanciamo un nostro nuovo articolo solo quando ne siamo soddisfatti al 100%, cioè quando il prodotto è almeno al pari con quello dei leader di mercato. Se invece non risponde agli standard che ci siamo posti, si ricomincia tutto il processo da capo. Solo così riteniamo possibile una vera crescita.
Ovviamente, in questo processo, la comunicazione è fondamentale.
Certamente, tanto che a partire dal 2019 abbiamo sensibilmente aumentato gli investimenti in questo senso, decidendo di tornare anche in televisione. Nel 2023, oltre alle telepromozioni, abbiamo sfruttato anche radio e digital, per aumentare la nostra brand awareness. E torneremo in Tv a partire da novembre. Grazie al trimestre anti-inflazione stiamo poi acquisendo nuovi clienti, perché molte famiglie stanno cominciando a conoscere i nostri prodotti, li provano, ne riconoscono la qualità e la convenienza.
Prima accennava al trimestre anti-inflazione. Siamo ormai alla fine di ottobre, primo mese di questa iniziativa. Come sta andando per Despar?
Molto bene. Il sentiment è positivo, con risultati al di sopra delle nostre aspettative. Abbiamo predisposto un carrello di 300 referenze, con prezzi bloccati fino alla fine dell’anno, su cui il consumatore si è mostrato particolarmente reattivo. Andremo a potenziare questa offerta anche a novembre, con la presenza in comunicazione Tv di alcune referenze. È senz’altro un’iniziativa che può dare un margine di respiro ai consumatori. Ma dopo?
Si sta discutendo se prolungare gli sconti ancora per qualche mese, nel 2024…
Certo, ma resta il fatto che si sta solo rimandando una questione che prima o poi dovrà essere affrontata in modo diverso. Quello che serve è un intervento a livello governativo, di cuneo fiscale, che avvantaggi le famiglie dal reddito più basso, quelle che più risentono del tema inflattivo.