Roma – Alcune dogane statunitensi, nei giorni scorsi, avrebbero applicato, a Grana Padano e Parmigiano Reggiano, un dazio più alto rispetto all’aliquota concordata nella Dichiarazione Congiunta Ue-Usa. Ricordiamo, infatti, che, lo scorso 21 agosto, è stata formalizzata l’intesa che prevede un’aliquota tariffaria massima e onnicomprensiva del 15% per la stragrande maggioranza delle esportazioni dell’Ue, inclusi i formaggi Dop.
I Consorzi di tutela si sono subito attivati per segnalare l’errata applicazione del dazio. “E’ stato erroneamente applicato un dazio aggiuntivo del 15%, raddoppiando in sostanza il dazio, senza rispettare l’accordo di un 15% all-inclusive”, ha spiegato ad Ansa Nicola Bertinelli, presidente del Consorzio Parmigiano Reggiano. “In particolare per il formaggio importato fuori dalle licenze pretendono sia lo storico costo fisso di ingresso (circa 2,2 dollari/kg) e sia un’aggiunta del 15% portando in questo caso il costo complessivo a 5 dollari/kg, pari a quasi un 30% del valore del prodotto arrivato in porto”, ha puntualizzato, sempre ad Ansa, Stefano Berni, direttore generale del Consorzio Grana Padano.
Su richiesta del ministro degli Affari Esteri Antonio Tajani, dunque, la Task Force Dazi della Farnesina si è attivata per tutelare le produzioni italiane di fronte a possibili interpretazioni errate dell’intesa commerciale.