Nuova Delhi (India) – Il governo del primo ministro indiano Narendra Modi ha vietato l’esportazione di cipolle, ortaggio alla base della cucina indiana ed elemento essenziale dell’alimentazione dei più poveri, che in certi periodi si nutrono di pane e cipolle. Nel Paese, infatti, c’è una penuria del vegetale a causa di un periodo di siccità, seguito da uno di piogge monsoniche, che ha decimato i raccolti. Vista la scarsità, il prezzo del prodotto è schizzato alle stelle, tanto che sono stati registrati aumenti del 200%. Per fronteggiare lo straordinario incremento dei prezzi e favorire i consumatori, Modi ha bloccato l’export per far scendere i prezzi all’interno del Paese. La decisione del primo ministro, oltre a colpire gli agricoltori, per i quali il prezzo raggiunto di 50 rupie/chilo (circa 60 centesimi) è troppo basso, danneggia il Bangladesh, il Nepal e i Paesi del Golfo persico, dove i prezzi sono inevitabilmente saliti.
ESTERI
In India, vietata l’esportazione di cipolle per lo scarso raccolto
RepartoGrafico2019-10-08T15:09:48+01:008 Ottobre 2019 - 15:09|Categorie: Ortofrutta|Tag: cipolle, Narendra Modi|
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