Roma – Gli operatori della filiera agroalimentare potrebbero avere a disposizione un mese in più per il pagamento. Come mai? Si tratta di un effetto derivante dall’introduzione della fattura elettronica, spiega Il Sole 24 Ore. L’articolo 62 del Dl 1/2012 prevede l’obbligo di pagamento dei prodotti agricoli e alimentari entro il termine di 30 giorni, se si tratta di prodotti deteriorabili, o di 60 giorni negli altri casi. In base alla vigente normativa fiscale, il termine decorre dall’ultimo giorno del mese in cui la fattura è stata ricevuta. Mentre in precedenza, però, la fattura si considerava emessa al momento della consegna o spedizione, ora l’acquirente dovrà considerare come data di ricevimento quella in cui è il Sdi (il Sistema di interscambio gestito dall’Agenzia delle entrate) a consegnargliela, oppure la data in cui l’azienda visualizza la fattura nell’apposita area riservata. Poiché molte fatture vengono emesse a fine mese, i tempi tecnici richiesti dal Sdi probabilmente faranno slittare il ricevimento (e quindi il pagamento) al mese successivo.
Fattura elettronica: l’agroalimentare ha un mese in più per pagare
Irene2018-11-21T13:07:06+01:0021 Novembre 2018 - 13:00|Categorie: Mercato|Tag: agenzia dell'entrate, fattura elettronica, pagamenti, sistema di interscambio|
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