Milano – A fine ottobre è stato ufficializzato il cambio al vertice di Fenice, la principale società di Chiara Ferragni, che ha sancito l’avvicendamento tra l’influencer e il manager 76enne Claudio Calabi (leggi qui). La società, finita al centro del Pandoro-gate, commercializza i prodotti brandizzati Ferragni, sia online sia tramite negozi fisici a Roma e Milano. In agosto, però, lo store milanese è stato chiuso.
Nel verbale del consiglio di amministrazione di Fenice, si legge su ItaliaOggi, Chiara Ferragni ha deciso di “non attribuire al nominando amministratore unico alcun compenso a carico della società, fermo restando il diritto al rimborso delle spese ragionevolmente sostenute in ragione dell’incarico a fronte della presentazione di idoneo giustificativo”. Non è ben chiaro perchè Calabi abbia accettato di lavorare gratis, tra l’altro per un incarico che si preannuncia molto complicato, visti i precedenti della società. E c’è anche il ‘giallo’ di alcuni passaggi secretati: il verbale contiene infatti numerosi ‘omissis’ per circa tre pagine e mezzo.