Reggio Emilia – Arriva una svolta nella vicenda del concordato Ferrarini. L’azienda è stata venduta al gruppo valtellinese Pini nell’aprile 2023, ma contro il procedimento era stato presentato un ricorso di Re New Holding, la joint-venture in cui sono confluite Gsi-Bonterre, Opas ed Happy Pig, col sostegno finanziario di Intesa Sanpaolo e Unicredit. Proprio ieri anche l’ultimo grado di giudizio ha respinto il ricorso.
In virtù di questo pronunciamento, si legge sul Resto del Carlino, viene data piena validità al concordato preventivo già stipulato che prevede il passaggio al gruppo Pini dell’80% delle quote di proprietà della Ferrarini, mentre il restante 20% sarà della partecipata statale Amco. L’accordo prevede 90 milioni per i creditori privilegiati, mentre per i chirografari, verso cui l’azienda aveva un debito da 197 milioni di euro, la quota di rientro è in media del 33% sulle 12 classi ammesse al voto, ovvero 65 milioni.
La sentenza della Cassazione respinge così in via definitiva le istanze di Re New Holding, che vantava un credito di 23,9 milioni di euro. Per rendere definitivamente operativa l’omologa bisognerà attendere la sentenza su due provvedimenti minori, riguardanti una proposta differente di concordato portata avanti da Re-New Holding (e già respinta da tribunale di Reggio e corte d’appello di Bologna) e un altro ricorso su alcune parti secondarie della proposta di concordato alternativo. Entro il mese di giugno, da quanto si apprende, è atteso il pronunciamento su queste proposte. Se verrà confermato l’assetto con la maggioranza del gruppo Pini, inizierà il rimborso effettivo dei creditori.