Fondazione Banco Alimentare: solo il 18% delle imprese agricole dona le proprie eccedenze

2024-10-29T17:16:53+02:0029 Ottobre 2024 - 17:16|Categorie: in evidenza, Mercato|Tag: , , |

Roma – Presentata stamattina a Roma l’Indagine sulle eccedenze e sullo spreco alimentare in Italia, promossa dalla Fondazione Banco Alimentare Onlus e realizzata dal Food Sustainability Lab del Politecnico di Milano. La ricerca, che l’anno scorso aveva preso in analisi il settore della trasformazione alimentare, si è concentrata quest’anno sul comparto agricolo (incluso l’allevamento), e si concluderà l’anno prossimo con un focus sulla Grande Distribuzione. Il report è stato illustrato nell’ambito della Reunion 2024 della Fondazione Banco Alimentare.

In media, appena due aziende agricole su dieci donano le proprie eccedenze alimentari, e solo una su dieci misura queste eccedenze, ed è dunque capace di programmarne la destinazione, in un quadro nazionale che vede le persone in povertà aumentare (secondo la più recente elaborazione Istat sarebbero 8,5 milioni). Salvatore Maggioni, direttore generale di Fondazione Banco Alimentare, ha aperto i lavori, ricordando che l’associazione nel 2023 ha raccolto e distribuito 120mila tonnellate di cibo a 1,8 milioni di persone. “Per fare meglio ci siamo concentrati sul mondo dell’agricoltura e dell’allevamento. Do un dato generale: di queste 120mila tonnellate, circa 10mila sono di frutta e verdura. Vengono dai mercati ortofrutticoli, dai produttori, dalle aziende agricole e dai Grandi Distributori. È un numero che non ci soddisfa pienamente, in particolare per ciò che concerne le aziende agricole, e ci siamo domandati se è possibile, insieme ai nostri partner, provare a fare di più. Attraverso il panel di quest’anno abbiamo voluto produrre dei dati che ci consentano di migliorare”.

Paola Garrone, professoressa del Politecnico di Milano e responsabile del Food Sustainability Lab, ha quindi illustrato i numeri della ricerca, che nasce anche dalla collaborazione con la Fondazione per la Sussidiarietà, il think tank fondato da Giorgio Vittadini. “L’indagine ha coinvolto 1.200 imprese agricole, tra le più strutturate del settore, dunque cooperative e società di capitale. Le più grandi sono sopra i cento ettari, e le grandi si situano comunque oltre i venti ettari. Il primo numero da tenere a mente è che a donare è il 18% delle imprese agricole. L’anno scorso avevamo visto che nella trasformazione sono di più, il 48%”, ha spiegato Paola Garrone. “Ci sono barriere strutturali di ordine organizzativo: non solo i prodotti sono deperibili, ma la quantità d’eccedenza è poco prevedibile, ed è condizionata dagli andamenti della domanda e dell’offerta e dal cambiamento climatico. C’è poco tempo per organizzare la donazione, e non va dimenticato che raccogliere i prodotti comunque ha un costo. Le imprese che donano di più sono quelle di taglia maggiore e che sono attive anche o soltanto nei processi che seguono la raccolta, e dunque delle attività più vicine alla distribuzione”.

Infine, i numeri delle donazioni del settore agricolo italiano, che nel 2023 sono state di circa 220mila tonnellate. Il 73% di questa quota è assicurata dalle imprese agricole molto grandi. Il beneficio per la collettività si somma a 420mila tonnellate che vengono destinate ad altre forme di riuso, per un totale di circa 640mila tonnellate. Se non esistessero le donazioni, lo spreco alimentare crescerebbe del 33%. Ma esiste un secondo beneficio: “Oggi siamo molto attenti all’economia circolare. Noi sappiamo che chi dona è anche il primo ad attuare pratiche virtuose di riuso e riciclo. Non c’è dunque, al contrario di quello che spesso si dice, nessun antagonismo tra scopi sociali e scopi ambientali.”

Torna in cima