Roma – In apertura del Forum Coldiretti a Roma (leggi qui), il segretario generale Vincenzo Gesmundo tocca alcuni temi chiave per l’associazione agricola. A cominciare da com’è cambiato il suo ruolo sin dalla fondazione, negli anni ‘40, che oggi la porta a “occupare spazi che possono sembrare lontani dal nostro raggio d’azione”, in primis nel mondo politico.
Coldiretti è “nata ‘per’ ma anche ‘contro’”, ricorda Gesmundo. “Per favorire, con la riforma agraria, la distribuzione di 3 mln e 600mila ettari di terreni a persone che non avevano dignità. […] E contro il latifondo, aiutando quelli che sono diventati coltivatori, e poi imprenditori”.
Oggi Coldiretti è impegnata a tutelare la salute dei cittadini/consumatori. “Abbiamo chiamato la nostra fondazione Aletheia, che significa svelare, raccontare ciò che è coperto da un velo”, spiega il segretario generale, che parla della necessità di promuovere un “disordine virtuoso, da cui possa nascere un nuovo ordine”, “e questo comporta difficoltà e incomprensioni”.
“Quando le storie si ripetono troppo a lungo e non vanno nella direzione della salvaguardia dei cittadini e delle imprese, noi abbiamo diritto di mettere in campo un ‘disordine virtuoso’ da cui possa nascere un nuovo ordine”. E aggiunge: “Spesso quando ci occupiamo di temi borderline, l’epiteto più gentile che riceviamo è che siamo oscurantisti. Come quando cerchiamo di svelare le finte azioni filantropiche dei ricchi del pianeta, che altro non sono che spietati oligarchi occidentali”.
Il segretario di Coldiretti cita le fondazioni di Bill Gates e Rockefeller: “Nei Paesi dove operano questi signori, la fame è aumentata del 30%. Hanno ammazzato anche quel poco di speranza che c’era. Noi dobbiamo svelarle queste cose. Diventiamo antipatici? Sì. Diventiamo oscurantisti? Sì, però continueremo a fare le nostre battaglie”.
Il segretario generale ha ringraziato il ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, per il supporto fornito all’organizzazione, anche se “abbiamo vinto la prima battaglia ma non la guerra”. Il riferimento, in questo caso, è alla lotta di Coldiretti contro il cibo sintetico. “All’orizzonte di Parma c’è una sigla che per alcuni di voi può essere ignota: Efsa. È il luogo dove si decide se un prodotto che deve finire sugli scaffali va bene o no. 16 ministri dell’Ue hanno scritto all’Efsa affinché le procedure per giudicare i cibi sintetici abbiano una rivisitazione […]. Dovranno passare come Novel foods, cibi innovativi, quando cibi non sono”.