Milano – Massimiliano Giansanti è intervenuto all’Assemblea estiva di Confagricoltura, che si è svolta ieri a Milano. Tra i numerosi temi affrontati, anche i recenti e ripetuti attacchi di Coldiretti a Mediterranea (leggi qui e qui), pur senza mai nominare l’associazione guidata da Ettore Prandini.
“Lavoriamo per un modello che metta al centro tutte le imprese: piccole, medie, grandi. Dentro questo progetto abbiamo creato Mediterranea con Unionfood. Ho letto molte ricostruzioni in questi giorni, siamo diventati quelli che vogliono distruggere la dieta medterranea“, spiega Giansanti. “Innanzitutto, Paolo [rivolgendosi a Barilla, presidente di Unionfood, ndr], abbiamo sbagliato: dovevamo chiamarla ‘dieta mediterranea’, così c’era un motivo per farci attaccare. Ci chiamiamo Mediterranea non perché parliamo di dieta mediterranea, ma perché vogliamo far emergere la vocazione mediterranea delle nostre imprese all’interno della quale l’Italia ha un ruolo di leadership. L’Italia è un modello di sviluppo e il ministro Lollobrigida [presente in prima fila, ndr] lo sa: ovunque nel mondo ci hanno sempre riconosciuto l’Italian style. Quindi dobbiamo lavorare per incrementarlo. Per migliorarlo dobbiamo costruire rapporti di filiera che possano creare vantaggio alle filiere stesse”.
Continua il presidente di Confagricoltura: “Mediterranea non nasce per promuovere, come qualcuno scrive, la dieta mediterranea a vantaggio di qualcuno o a esclusione di altri; nasce per costruire filiere che possano permettere all’industria del Paese di creare una maggiore quota di produzione dei beni dell’agricoltura nazionale e di poterli valorizzare. E dentro questa dimensione apprezzo lo sforzo che il governo ha voluto fare per il decreto legge di questi giorni: ben 32 milioni sulle filiere dei cereali. […] Se creare valore e benessere è diventato un problema, fatecelo sapere. Non credo che come associazione si possa fare un passo indietro, stiamo lavorando per l’Italia e per rafforzare le nostre imprese. Quindi credo che oggi più che mai tutti insieme, nel pieno rispetto delle altre progettualità degli altri, dobbiamo costruire modelli che facciano crescere il Paese. Non è il tempo delle divisioni e delle polemiche. Saremo sempre dalla parte di chi vuole costruire”.