Giovani e poveri cristi

2023-05-02T10:44:24+02:002 Maggio 2023 - 10:44|Categorie: Editoriali del direttore|Tag: |

La narrativa sulla situazione attuale della Distribuzione Moderna si arricchisce di particolari interessanti. Sono aumentati i cosiddetti ‘consumatori cauti’, dal 52% al 59%, e sono più che raddoppiate le famiglie in difficoltà che raggiungono quota 23% rispetto al 10% d’inizio 2022. Più in generale, si assiste a una rimodulazione del carrello della spesa che le famiglie traducono, per il 68% dei casi, in una diversa selezione dei prodotti, nel 27%, in un cambiamento del canale d’acquisto dove fare la spesa.

Un dato comunque è certo: la crisi dei consumi colpisce le insegne ‘tradizionali’ mentre invece premia i discount. Sul primo fronte si evidenziano segnali di nervosismo. Lo abbiamo visto a Roma dove Coop ha deciso di vendere 54 punti di vendita di DistribuzioneRoma/Coop Alleanza 3.0 sono stati acquistati dal Gruppo Gabrielli. L’insegna sostituiva sarà Tigre. Coop non si ritira da Roma, ma cede una parte della sua rete per riportare il bilancio alla normalità, dopo le perdite degli anni scorsi e la ristrutturazione degli ipermercati.

Anche al Nord si cambia. Lo ha raccontato molto bene Luigi Rubinelli dalle colonne di alimentando.info: “Conosco e seguo U2 di Unes (gruppo Finiper) dal 2007 con l’apertura del primo punto di vendita a Magenta. La formula era chiara: Everyday low price, no promozioni, no volantini, no carte fedeltà. Gli Unes vennero convertiti in U2. Rossetto e U2 erano gli unici retailer a praticare in Italia l’Everyday low price. Nel 2015 l’azienda decide di aprire un temporary shop a Milano-Belfiore con insegna il Viaggiator Goloso, il brand dei prodotti a marchio del distributore di alto di gamma. Oggi Unes ha una rete di circa 200 punti di vendita, fra diretti e franchising”. Ma è a Lissone che può iniziare la rivoluzione.

Continua Rubinelli: “Il 3 aprile di quest’anno il supermercato U2 della cittadina brianzola cambia insegna diventa U! Come tu mi vuoi. E inizia a sbandare la politica di Everyday low price, vengono introdotte le promozioni (come abbiamo potuto far vedere andando a visitare il supermercato- leggi articolo a pagina 83). Da voci raccolte le vendite e la marginalità non andavano bene. E’ vero che, come tutto il retail, il negozio di Lissone ha dovuto subire i marosi del lockdown, ma cambiare insegna e addirittura politica commerciale segna una controtendenza significativa”.

Vendite, cambi di strategia, assestamenti nei punti vendita: quando la lotta si fa dura, i duri cominciano a giocare. Ma qui di duri vedo solo i discount. Andate a vedere gli spot in prima serata nelle varie televisioni, private e non. Oltre ad auto e profumi, ecco i nomi delle insegne presenti: MD, con il cavalier Podini accompagnato dalla Clerici; Eurospin, con la ‘spesa intelligente’; Penny, con Katia Follesa che si triplica; Lidl, con le sue offerte sul non food.

Certo, c’è sempre Conad, ‘persone oltre le cose’; a volte Coop con il suo carrello itinerante. Di recente è spuntata anche Selex con un Supereroe della spesa, ma sono comunque i discount a tenere banco. Perché? Perché hanno capito che picchiando duro possono aumentare ancora di più il traffico nei loro punti vendita. I cui clienti erano, sino a ieri: giovani e poveri cristi. Giovani perché se sei single o coppia, devi arrivare a fine mese. E mangiare si deve. Poveri cristi perché la povertà è in aumento in Italia e lo sarà sempre di più.

Sono i poveri cristi di cui ha parlato Papa Francesco durante l’omelia della domenica delle Palme. Quelli che ha raccontato nelle sue canzoni il grande Enzo Jannacci, di cui ricorre quest’anno il decimo anniversario dalla morte. Fra tutte ce n’è una che mi ha sempre colpito. Quella del marito povero che torna a casa dal lavoro, verso la periferia di Milano e pensa ai figli e alla moglie, vorrebbe comprare la torta per i “fioeu che vegnen cà de scola… te tuca daghi i vissi, per ti, un’altra vestina! A ti, te cumpri i scarp!” (per i bambini, che tornano a casa da scuola e bisogna viziarli, mentre a te regalo un vestito, anzi no, delle scarpe). Invece non può perché non ha i soldi, ma non per questo si sente da meno perché lui sa apprezzare quello che conta davvero: “quand mi te caressi la tua bèla faccetta inscì netta, me par me par de vèss un sciúr” (quando accarezzo il tuo bel viso, così pulito, mi sembra di essere un signore). Anche con loro le insegne devono fare i conti. Giovani e poveri cristi: il futuro già presente.

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