Milano – Si è svolta l’11 e il 12 ottobre a Palazzo Reale la sesta edizione degli Stati generali dell’export, l’evento organizzato dall’talian Export Forum e presieduto da Lorenzo Zurino. Tra gli speaker anche Mario Gasbarrino (Ad di Decò Italia) e Giuseppe Caprotti (figlio di Bernardo Caprotti ed ex manager in Esselunga), all’interno di una tavola rotonda dedicata al panorama distributivo italiano e, in particolare, alla sua mancata internazionalizzazione.
“Qualcuno si è avventurato”, ha affermato a tal proposito Caprotti, “come Eurospin, o come la Coop, che ci ha provato ma è dovuta tornare indietro. Si tratta comunque di episodi sporadici e poco significativi”. In riferimento al ‘nanismo’ della distribuzione italiana rispetto alle multinazionali straniere, Caprotti ricorda come due aziende come Esselunga e GS (la prima fondata dal padre Bernardo, dallo zio Guido e da Marco Brunelli. La seconda da Guido e Marco Brunelli), avrebbero potuto formare un “campione nazionale” della distribuzione, al pari delle grandi multinazionali straniere. Ma ciò non è avvenuto.
“Abbiamo avuto un’azienda multi-provinciale, multi-regionale, ancora oggi è così, ma è così per tutti. Aziende campioni nazionali non ne conosco”, sottolinea Caprotti. “Ci sono dei marchi, ma i marchi non costituiscono un’azienda, si tratta semplicemente di consorzi. Cosa che i clienti, i consumatori, non sanno. La lancio qua: Coop non esiste, Conad non esiste. Non esistono tanti altri consorzi privati. Sono nomi di centrali d’acquisto, che è una cosa ben diversa da essere un’azienda unica, con una direzione ben precisa”.
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