Londra (Uk) – L’allarmante situazione della salute pubblica nel Regno Unito ha portato il premier laburista Keir Starmer a siglare un accordo con Eli Lilly, casa farmaceutica produttrice dei farmaci dimagranti Zepbound e Mounjaro (leggi qui), in occasione dell’International Investment Summit del 14 ottobre. Diversamente da quanto scritto in queste ore da diversi organi di stampa italiani – vedi Il Corriere – non si tratta infatti dell’Ozempic prodotto dalla danese Novo Nordisk, ma dello Zepbound o del Mounjaro dell’americana Eli Lilly. In tutti e tre i casi, si tratta di farmaci agonisti del recettore GLP-1.
Con un investimento da 279 milioni di sterline (circa 333 milioni di euro), Eli Lilly avvierà quindi uno studio “nel mondo reale” che coinvolgerà circa 3mila cittadini inglesi per cinque anni, a cui verrà somministrato gratuitamente il farmaco, grazie anche alla costruzione dell’acceleratore d’innovazione ‘Lilly Gateway Labs’, il primo della società in Europa. In caso di esito positivo, il progetto sarà allargato a tutto il Paese. L’Università di Manchester coordinerà lo studio e raccoglierà dati sulla “qualità della vita correlata alla salute e sui cambiamenti nello stato occupazionale dei partecipanti e nei giorni di malattia dal lavoro”.
Il governo inglese sarebbe infatti molto preoccupato dalle conseguenze che patologie croniche come l’obesità hanno sull’economia del Paese. Con un tasso di obesità che ha raggiunto, a livello nazionale, il 29% rispetto al 10% dell’Italia e al 21,6% della Francia. Fanno peggio solo gli Stati Uniti, con il 35%.
Come ha dichiarato al Telegraph il ministro della Sanità britannico, Wes Streeting, “i girovita che si allargano” impongono al servizio sanitario inglese oneri gravosi, pari a 11 miliardi di sterline l’anno (circa 13 miliardi di euro), “perfino più del fumo”, ha sottolineato Streeting. “E sono un freno alla nostra economia: le malattie causate dall’obesità costringono la gente a prendere in media 4 giorni di permesso in più all’anno, mentre molti altri finiscono per non lavorare del tutto”.
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