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Ima: a due anni dal delisting, utili in crescita a 108 milioni di euro

2023-06-26T11:40:22+02:0026 Giugno 2023 - 10:43|Categorie: Tecnologie|Tag: , , , , |

Ozzano dell’Emilia (Bo) – A due anni di distanza dal delisting, Ima continua a crescere. Il gruppo bolognese specializzato nella progettazione e produzione di macchine automatiche per il packaging e processing era uscito dalla Borsa nel 2021 come conseguenza dell’accordo con la società di investimento Bc Partners, entrata in Sofima (società finanziaria macchine automatiche Ima), cassaforte della famiglia Vacchi (Alberto, Gianluca, Anna Maria, Paola ed eredi). Con un Opa di 746 milioni, più 53 milioni per lo squeeze out, come ricorda un articolo di La Repubblica A&F.

Dal 2021 al 2022 i numeri testimoniano la crescita della società, presente in 80 Paesi al mondo, con ricavi da 1,68 a 1,99 miliardi e un utile passato da 56 milioni a 108 milioni anno su anno. Mentre a fronte di un patrimonio netto di 2,15 miliardi c’è un indebitamento di 1,58 miliardi che ha determinato 124 milioni di oneri finanziari.

A fine 2023, tuttavia, terminerà il patto parasociale tra la famiglia Vacchi e Bc Partners, spiega A&F, che prevedeva un lock-up di tre anni su Sofima, che per il 55% fa capo alla famiglia Vacchi e per il 44,7% a Bc Partners. Smentite, tuttavia, nelle scorse settimane dal presidente Alberto Vacchi stesso, le voci circa l’eventualità che Blackstone, fondo di private equity, fosse interessato a rilevare da Bc Partners il 45% circa di Ima.

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