Milano – I maggiori produttori di vino si attendono per il 2023 una crescita delle vendite del +3,3% e un aumento dell’export di 3,1 punti percentuali. A spingere le vendite le bollicine (+5,2% i ricavi complessivi, +4,2% l’export), mentre i vini fermi si aspettano un +2,8% (+2,9% l’export). È quanto rivela l’indagine sul settore vinicolo in Italia pubblicata dall’Area Studi Mediobanca, che riguarda 255 società di capitali italiane con fatturato 2021 superiore ai 20 milioni di euro e ricavi aggregati per 10,7 miliardi di euro, pari all’89,3% del fatturato nazionale del settore.
Guardando al 2022, per le aziende l’anno si è chiuso con un aumento del fatturato del 10% (+10,5% il mercato interno, +9,5% l’estero). L’Ebit margin ha riportato un calo del 7,6% sul 2021, il rapporto tra il risultato netto e il fatturato dell’8,7%. I vini frizzanti (+16,9%) hanno accelerato più dei vini fermi (+8,2%). Prevalgono i mercati di prossimità (Europa) con il 37,1% dell’export, ma si riduce la distanza con il Nord America (34,6%). Ottime performance (+26,9%) per l’America centro-meridionale.
Sempre nel 2022, il ritorno alle normali abitudini di consumo e il ritorno dei turisti ha favorito le vendite del canale Horeca (+19,9%), che passa dal 16,6% del mercato nel 2021 al 18,1% del 2022, a svantaggio della Gdo (+3,3% a valore), in calo dal 37,7% al 36%. A pesare sulle vendite in Gd anche le dinamiche inflattive. In ridimensionamento l’e-commerce: nel 2022 le vendite online delle principali imprese vinicole si sono ridotte del 3,7% (2,1% del fatturato nazionale).
