Milano – Dopo un 2023-2024 in frenata, il biennio 2025-2026 vedrà un ritorno alla crescita del manifatturiero italiano. I riflessi positivi del rientro dell’inflazione (e dei tassi d’interesse) sulle condizioni di domanda, interna e internazionale, consentiranno al fatturato di riposizionarsi su un tasso di crescita medio annuo dell’1,1%, a prezzi costanti, recuperando il calo atteso per il 2024 (-0,9% su base tendenziale). Questo quanto emerge dall’ultimo Rapporto Analisi dei Settori Industriali di Intesa Sanpaolo e Prometeia.
Nel 2024, l’export made in Italy ha risentito della debolezza degli scambi intra-Ue, e in particolare del ridimensionamento della domanda tedesca, specialmente nel settore automotive. Sul fronte interno, invece, l’incertezza sta frenando sia il recupero dei consumi, che ancora risentono del deterioramento del potere d’acquisto delle famiglie, sia gli investimenti, penalizzati dalla rimodulazione del Superbonus e dal ritardato arrivo dei decreti attuativi del piano Transizione 5.0.
Nel biennio 2025-2026 saranno soprattutto i settori in grado di competere sui mercati esteri e offrire prodotti in linea con la doppia transizione digitale e ambientale a fare da traino al trend di crescita. A guidare la classifica sarà l’elettrotecnica (con un fatturato deflazionato in crescita del 3,3% medio annuo), davanti a Lc (+2,7%), farmaceutica (+2,6%) e f&b (+1,1%), già in crescita nel 2024. Sul mercato interno, la crescita sarà trainata dall’allentamento delle pressioni inflative, oltre al “supporto di Transizione 5.0 unito al taglio dei tassi e alle ottime condizioni di autofinanziamento che caratterizzano il nostro manifatturiero, sono attesi sostenere il ciclo degli investimenti. Fondamentale sarà anche l’accelerazione attesa nell’implementazione del Pnrr”, si legge nel Rapporto.