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Ismea, nel primo semestre 2025 la spesa degli italiani per il consumo alimentare è cresciuta del 5,2%

2025-11-17T09:27:11+01:0017 Novembre 2025 - 09:26|Categorie: Mercato|Tag: |

Roma – Secondo il nuovo report Ismea, nel primo semestre 2025 la spesa degli italiani per il consumo alimentare domestico è cresciuta del 5,2% rispetto all’anno precedente, dopo il +2% del 2024. Come nel 2024, la crescita continua a non essere trainata solo dai prezzi, ma anche dai volumi di molti dei principali prodotti nel carrello della spesa. La pressione promozionale non si intensifica, con la quota della spesa interessata dalle promozioni che passa dal 23,8% nei primi sei mesi del 2024 al 23,6% dei primi sei mesi del 2025. La crescita della spesa alimentare è stata di diversa intensità a livello territoriale: più marcata al Sud (+6,9%), seguita dal Centro (+5,2%), dal Nord-Ovest (+5%) e dal Nord-Est (+3,5%). In tutti i territori si evidenzia una accelerazione della dinamica positiva nel secondo trimestre dell’anno. L’incremento di spesa è in tutti gli areali accompagnato da una maggior frequenza d’acquisto (+10% su base annua) con una percentuale più elevata nel Nord Ovest (+11,8%). Il supermercato si conferma il canale dominante con una quota di mercato del 41% e una crescita del +6,1%. Segue il discount, con un incremento del valore degli acquisti pari al 3,5%. In crescita del 3,3% le vendite presso gli ipermercati.

L’analisi per profili socio-demografici evidenzia che le famiglie con responsabile degli acquisti under 55 con figli – sia piccoli che grandi – hanno registrato gli incrementi di spesa più marcati, rispettivamente pari a +7,1% e +9,1%; queste due tipologie di famiglie guidano anche la ripresa generalizzata dei volumi. Per le famiglie monocomponenti over 55, che nei due anni precedenti avevano sostenuto la crescita dei consumi (per due terzi appartenenti a fasce ad alto reddito), la spesa nel primo semestre del 2025 ha avuto un incremento più contenuto, pari al +4,3%, inferiore alla media nazionale. Al contrario, per i nuclei familiari con responsabile d’acquisto over 55 e senza figli conviventi la spesa è cresciuta solo dell’1%, accompagnata da una generalizzata contrazione dei volumi.

In crescita spesa e volumi di molti prodotti freschi, in particolare ortaggi e, proteici di origine animale. Nei carrelli della spesa, nel primo semestre 2025, più ortaggi freschi (+4,9% i volumi e +5,6% la spesa), più uova (+7,5% i volumi e +13,2% la spesa), più pesce fresco (+3,7% i volumi, +10,2% la spesa), ma anche più pane (+4,9% % i volumi, +6,1% la spesa), più formaggi freschi (+5,3% i volumi, +8,6% la spesa); ci sono, di contro, prodotti penalizzati dai nuovi trend di consumo, di cui esempi emblematici sono il latte fresco (-3,9%, -1% la spesa) e il vino (-2,5% i volumi, a fronte di un aumento della spesa dell’1,9%). Cambiano anche le merende più piccoli: con riduzioni dei volumi acquistati di succhi di frutta (-3%), merendine (-2,5%), creme spalmabili e cioccolate (rispettivamente -0,7% e – 2,9%). Il miele mostra una crescita dei volumi del 7% mentre quelli di zucchero e dolcificanti restano per lo più stabili (-0,2%).

Nel comparto lattiero-caseario, la spesa cresce del 6,3% nel primo semestre. La dinamica più rilevante ha interessato i formaggi duri (+8,8) la spesa, a fronte di volumi acquistati per lo più stabili su base tendenziale (-0,4%). Buoni risultati per i formaggi freschi: +8,7% la spesa, +5,3% i volumi. Ancora meglio lo yogurt: + 9,7% la spesa e +5,7% i volumi. Prosegue il calo dei consumi di latte fresco (-3,9% i volumi su base annua). Per quanto riguarda carni e uova, i volumi acquistati sono tornati a crescere per molte referenze del comparto delle carni, con i prezzi in costante e importante aumento. Tra tutte le tipologie di carne, spicca ancora una volta quella avicola, con un incremento del 6,1% nei volumi acquistati e una spesa in crescita dell’11,5%. Segue la carne suina, con un aumento del 3,1% dei volumi e del 5,5% della spesa. Penalizzate, invece, le carni bovine, con un -1% nei volumi, frenati dai significativi aumenti dei prezzi medi (+8,7%). Le uova hanno confermato il proprio ruolo strategico all’interno del comparto proteico, evidenziando un incremento dei volumi acquistati del 7,5% anche a fronte di prezzi in aumento del 5,3%.

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