Milano – Secondo dati di B Lab Italia, l’organizzazione no-profit che coordina il movimento delle B Corp nel nostro Paese, l’Italia si posiziona al primo posto tra i Paesi europei per il numero di aziende vinicole certificate B Corp. Con un totale di sette imprese, il Belpaese raccoglie infatti il 30% delle B Corp presenti in Europa (23 aziende in totale) e il 10% delle realtà presenti in tutto il mondo (72 imprese), superando la Francia e la Danimarca che contano rispettivamente sei e tre B Corp.
Si tratta di Perlage Winery, Feudi di San Gregorio, Avignonesi, Tasca d’Almerita, Cielo e Terra, Perrini e Marcel Zanolari, che nel 2023 hanno generato un fatturato aggregato di oltre 125 milioni di euro. “Le aziende B Corp che operano in questa filiera”, commenta Anna Puccio, managing director di B Lab Italia, “rappresentano modelli virtuosi, creando valore e generando impatti positivi per l’ecosistema naturale, l’ambiente, le comunità e le persone che ci lavorano. Queste realtà hanno scelto di fondere innovazione e sostenibilità, abbracciando la filosofia B Corp, impegnandosi in varie azioni per una viticoltura sostenibile, come ad esempio riducendo l’uso di pesticidi, proteggendo e valorizzando il proprio territorio”.
L’ottenimento della certificazione B Corp si conferma, secondo B Lab Italia, un fenomeno in crescita nel settore vinicolo a livello globale: dal 2022 ad oggi la filiera ha registrato un incremento del numero di certificazioni del 43% in Italia e del 60% in Europa e nel mondo. E ancora, nel nostro Paese, altre 16 aziende hanno deciso di approcciare il modello B Corp e misurare le proprie performance attraverso il B Impact Assessment (Bia). 2 sono già nel percorso di certificazione per il 2025. Unite alle sette B Corp, sono dunque 25 le aziende vinicole italiane che si misurano con gli standard Esg di B Lab.