Gland (Svizzera) – La produzione di olio di palma non è l’unica a essere considerata dannosa per l’ambiente. A finire nella lista nera anche olio di mais, cocco, arachidi, oliva, colza, soia e cotone. Una ricerca condotta da Iucn, l’Unione internazionale per la conservazione della natura che compila ogni anno la lista degli animali a rischio di estinzione, ha infatti messo in relazione lo stato di salute di 100 mila specie con le produzioni di questi oli vegetali, dimostrando che hanno conseguenze negative sull’ambiente. Dallo studio, condotto da un team di ricerca internazionale delle Università del Kent, Exeter (Inghilterra) e As (Norvegia), è emerso che l’olio di cocco mette a rischio 20,2 specie per ogni milione di tonnellate raccolte, seguito dall’oliva (4,1), dalla palma (3,8), dalla soia (1.3), arachide (1,02), girasole (0.05), canola (0,04). Secondo la lista Iucn, dunque, il peggiore è l’olio di cocco. Ogni anno nel mondo se ne producono oltre 60 milioni di tonnellate, di cui 3,2 milioni sono per l’olio, su un’area totale pari a 12.3 milioni di ettari, in regioni tropicali. Il primo produttore è l’Indonesia, seguita da Filippine, India, Sri Lanka, Brasile.
Iucn: non solo olio di palma. In lista nera anche quello di cocco, arachide, oliva, canola, soia e girasole
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