Boicottaggio brand a causa di tensioni geopolitiche: i risultati di un’indagine di GlobalData

2024-08-14T12:25:35+02:0014 Agosto 2024 - 11:55|Categorie: Mercato|Tag: , , , , , , , , |

Londra (Uk) – Le tensioni geopolitiche, come il conflitto israelo-palestinese, rappresentano una possibile minaccia per molte aziende: è infatti in aumento la tendenza a boicottare specifici marchi a causa di effettivi o presunti legami con una delle parti coinvolte in un conflitto. Secondo GlobalData, società di ricerca inglese che ha condotto un’indagine su un campione di 500 consumatori, un quinto dei rispondenti in tutto il mondo si dice più che favorevole al boicottaggio dei prodotti di determinate aziende a causa di guerre o conflitti recenti.

“Diversi marchi famosi sono stati colpiti in maniera negativa dai consumatori che hanno boicottato aziende che secondo loro sono pro-Palestina o pro-Israele”, ha commentato Shravani Mali, Consumer Analyst di GlobalData. “Il 48% degli intervistati in tutto il mondo sta, chi più chi meno, boicottando i prodotti di alcune aziende a causa di guerre o conflitti recenti”. Numeri che aumentano in maniera significativa nel Sud-est asiatico, in particolare in Malesia (70%) e Indonesia (69%). Coca-Cola non è quindi l’unica a essere boicottata, ma anche tante altre grandi aziende del food & beverage, tra cui McDonald’s, Starbucks, Burger King, Taco Bell, Kfc e Pizza Hut, stanno subendo perdite a causa di questo fenomeno.

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