La rivoluzione di Banco Fresco

2021-05-14T14:34:03+02:0014 Maggio 2021 - 14:15|Categorie: Aperture del venerdì, in evidenza, Retail|Tag: , |

L’insegna ha inaugurato a Crema il suo terzo punto vendita. Con un’offerta che ricorda il mercato coperto di una volta. Le categorie più vendute, la selezione dei fornitori, il programma di aperture. Parla Riccardo Coppa, direttore generale.

“Oggi più che mai, sono convinto che sia indispensabile segmentare l’offerta, come accade nel Regno Unito”. Ha le idee chiare Riccardo Coppa, direttore generale di Banco Fresco. L’insegna specializzata nei freschi e freschissimi – vero e proprio category killer della Gdo – ha inaugurato a Crema il 28 aprile il suo terzo punto vendita, dopo Torino e Beinasco (sempre nel torinese). Il manager – con un passato in una cooperativa del mondo Crai, dove è stato per 13 anni – illustra i punti di forza del format e il piano di aperture dei prossimi anni. Con una certezza: l’esperienza d’acquisto fa la differenza.

Come nasce Banco Fresco?

L’azienda fa parte della multinazionale francese Prosol, ma è indipendente e autonoma. E anche il legame con Grand Frais, a cui talvolta veniamo associati, in realtà è minimale: noi ci siamo semplicemente ispirati al modello, adattandolo allo scenario italiano.

I primi negozi sono stati aperti nel 2017 nel torinese: a cosa si deve questa scelta?

Siamo partiti da una piazza complicata e affollata. Se il format avesse funzionato lì, pensavamo di avere buone chances di espanderci in altre zone, prevalentemente al Nord. E così è stato.

E il piano di aperture è piuttosto intenso…

Un anno e mezzo fa è stato varato il nuovo progetto di sviluppo, e ora ne raccogliamo i frutti. Le prossime aperture saranno Cremona a giugno e Cantù (Como) a settembre. Le altre verranno comunicate prossimamente. Nel 2021 puntiamo ad aprire sei punti vendita, tutti in Lombardia. E l’anno prossimo l’idea è aprirne una decina, tendenzialmente tra Lombardia e Piemonte.

Qual è la superficie dei punti vendita e quante referenze sono presenti?

La superficie è di circa 1.000 metri quadri, le referenze sono circa 3.250 e in ogni punto vendita lavorano circa 40 dipendenti. Quello di Crema ha un format leggermente diverso: la piazza dei freschi all’ingresso, con salumi, latticini, formaggi, pesce e banchi assistiti. A seguire l’ortofrutta e il secco.

Quanto incidono i prodotti secchi?

Per noi è una sorta di completamento della spesa, che vale circa il 15%. La nostra proposta in questo segmento è ‘unbranded’: sono presenti referenze di aziende locali, con prodotti di nicchia e ricercati, certo non le grandi marche.

Qual è la strategia relativa ai vini?

Non abbiamo in catalogo cantine molto note. Preferiamo i piccoli produttori di tutte le regioni e le cantine sociali, più che le grandi etichette.

Come si caratterizza l’offerta di salumi e formaggi?

L’offerta comprende solo prodotti premium. Nel prosciutto cotto, giusto per darvi un’idea, il nostro entry level è un cotto alta qualità extra. Sul crudo di Parma la base è un 18-20 mesi, e in catalogo ci sono anche il 24 mesi e 30 mesi. Sui formaggi cerchiamo di arricchire la proposta con delle piccole chicche come la Robiola di Roccaverano o di Cocconato. Il blu di Capra Valdostano, altro formaggio particolarissimo. Idem nel settore gorgonzola, dove spiccano referenze ricercate.

Qual è la percentuale di fornitori italiani e in particolare locali?

Sui latticini siamo al 99%, abbiamo una piccola selezione di referenze francesi. I salumi sono 100% italiani e le carni sono da animali allevati e macellati in Italia, ma ci sono anche capi nati in Francia.

E sull’ortofrutta?

Il discorso è un po’ diverso: in questo momento i fornitori sono per il 65% italiani e manterremo questa percentuale. In autunno-inverno arriviamo più o meno al 50%.

Parliamo di comunicazione: utilizzate il volantino cartaceo?

Ben poco. Privilegiamo il canale online e non distribuiamo il volantino con una cadenza fissa, lo stampiamo solo quando serve e se ci sono novità particolari da comunicare. Altrimenti lanciamo offerte spot su Facebook, Google, sul nostro sito o direttamente in negozio. Del resto, reputiamo che fare la spesa da noi sia davvero un’esperienza. Vogliamo puntare in alto e trasferire emozioni.

L’intervista completa si può scaricare sui numeri di maggio di Salumi&Consumi e Formaggi&Consumi

Torna in cima