Conegliano (Tv) – Ospiti illustri ed esperti hanno partecipato, venerdì 20 settembre, nella splendida cornice di Villa Gera a Conegliano, al convegno organizzato dalla Latteria Perenzin e intitolato: ‘L’Arte del Caciolaio tra sorte e fortuna: l’eredità di Francesco Gera da Conegliano e il futuro dei moderni casari’. L’obiettivo era comprendere, dalle parole di Francesco Gera, medico e agronomo nato a Conegliano nel 1803, quali siano state negli ultimi anni le trasformazioni che hanno investito il mondo caseario e ipotizzare quale futuro si prospetta per la figura del casaro.
“Quello del casaro non è un mestiere in via estinzione” ha spiegato Carlo Piccoli, fondatore dell’Accademia Internazionale dell’Arte Casearia. “Abbiamo avuto in questi 10 anni più di 2mila allievi, persone che sono venute da ogni provincia d’Italia e da 70 Paesi del mondo. Ai miei corsi ho moltissimi giovani, anche ragazzi al di sotto dei 20 anni”.
Alessandro Sensidoni, docente universitario in tecnologie alimentari, ha sottolineato il concetto di “intelligenza alimentare”, perché “noi non siamo una macchina che deve fare il pieno attraverso il cibo. Noi siamo esseri molto complessi, dotati tra l’altro di un intelletto che ci porta a godere o non godere di un alimento”. Appassionante la testimonianza di Salifou, soprannominato Felix, un allievo del professor Sensidoni che è arrivato in Italia dal Togo e che rappresenta un esempio per i giovani che vogliono intraprendere questo mestiere. Si è laureato due anni e oggi ha realizzato il suo sogno: lavorare come tecnologo alimentare in un grande caseificio friulano.
Il convegno si è concluso con una degustazione di formaggi della Latteria Perenzin e del liquore Farfalla Rossa 1838 creato da Nicolò Gera, discendente diretto di Francesco Gera. “Questo territorio, che adesso siamo abituati a vedere ricoperto di vigneti, in realtà, fino a 40-50 anni fa, era ricco di piccolissime aziende agricole familiari. Pensate che la nostra latteria raccoglieva da 250 stalle”, racconta Emanuela Perenzin, maître fromager e titolare della Latteria Perenzin. “Le cose poi sono cambiate molto non tanto per l’avvento del prosecco, ma dell’industria che ha portato via le braccia all’agricoltura. Sono nati questi metalmezzadri e pian piano tante cose sono state abbandonate, a partire dalle stalle. Dopo ha ripreso importanza anche l’agricoltura e adesso abbiamo territori anche estremante curati”.
Da sinistra: Emanuela Perenzin, Nicolò Gera, Riccardo Huster e Alessandro Sensidoni