L’Assemblea del Consorzio Grana Padano ha approvato il nuovo piano produttivo per il 2026 per crescere senza eccessi

2025-12-18T14:28:34+01:0018 Dicembre 2025 - 14:27|Categorie: Formaggi, in evidenza|

Montichiari (Bs) – Si è svolta questa mattina l’Assemblea generale del Consorzio di tutela Grana Padano. Al centro c’è stato il confronto sull’eccesso produttivo del 2025, che ha visto un aumento dell’8% della produzione in peso: oltre 3 milioni di tonnellate di latte sono state destinate a Grana Padano, con un incremento di 200mila tonnellate di latte trasformate in più nel 2025.

Il Grana Padano, nel 2025, ha assorbito tutta la quantità di latte prodotto in più nella sua vasta zona di produzione. A spingerla verso la Dop, come spiega il Consorzio, sono state la sua remuneratività e il basso prezzo del latte spot nella scorsa estate. Così, a fronte di un primo semestre 2025 sostanzialmente in linea con le previsioni, il secondo le ha addirittura quadruplicate.

“L’Assemblea generale ha dunque deliberato i provvedimenti collegati al piano produttivo, affinché nel 2026 il Grana Padano continui a crescere, ma non in modo così marcato come nel 2025″, ha spiegato Berni. “Perciò è stato adottato un moltiplicatore a crescere sui costi che il piano produttivo attribuisce alle produzioni oltre quota. Questo strumento si tradurrà in ‘un rallentatore delle esagerazioni'”.

L’Assemblea ha voluto dare comunque un ulteriore segnale di crescita assegnando un +1% a tutti i caseifici che lo richiedono. “Con questa decisione il Consorzio vuole significare che la produzione di Grana Padano deve continuare a crescere a un trend attorno al 3% all’anno, ma non certo al +8% di quest’anno. Perciò crescita sì, ma crescita intelligente”, ha dichiarato Berni.

Il forte aumento della produzione ha provocato un calo sui prezzi all’ingrosso, che hanno favorito un incremento dei consumi.

I provvedimenti sono stati approvati dall’Assemblea a cui ha partecipato il 94,8% degli aventi diritto al voto con il 90,21% dei voti espressi in base alla produzione e l’88,46% dei voti dei caseifici.

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