Milano – Con un fatturato 2015 di 80 milioni di euro, Mareblu ha conquistato, in Italia, una quota di mercato dell’8% con le sole vendite di tonno. “Ma nel 2008 avevamo circa un 4%”, spiega il direttore generale, Matteo Scarpis, su La Repubblica Affari&Finanza di oggi. Per raggiungere questi risultati, il brand della multinazionale Thai Union (46mila dipendenti per 3 miliardi di fatturato) ha avviato una strategia su più fronti. Dalla revisione del logo, del packaging e del sito, fino al potenziamento della campagna di marketing, passando attraverso la collaborazione con Legambiente, per l’impegno nel ridurre il numero di Fad (sistemi di pesca che imprigionano altre specie oltre al tonno). Puntando non solo sull’ampiamento di gamma, con l’introduzione di sardine, sgombro, insalate e, ultimo arrivato, Mareblu Leggero (tonno con meno grassi), ma anche su iniziative di visibilità all’interno dei punti vendita, in grado di migliorare l’accessibilità dei prodotti e di creare valore per la Gdo, aumentando le vendite e i margini.
Le strategie di crescita per Mareblu
Irene2016-05-04T09:31:10+02:003 Maggio 2016 - 11:19|Categorie: Ortofrutta|Tag: Mareblu, mareblu leggero, matteo scarpis, Thai Union, tonno|
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