Legge sul ‘ripristino della natura’: crescono le preoccupazioni delle associazioni degli agricoltori italiani

2024-09-03T10:16:13+02:003 Settembre 2024 - 10:16|Categorie: Mercato|Tag: , , , |

Roma – Crescono le preoccupazioni delle principali associazioni degli agricoltori italiani nei confronti del Regolamento Ue 2024/1991, ossia la cosiddetta legge sul ‘ripristino della natura’. Approvata lo scorso febbraio e in vigore formalmente dal 18 agosto, tra i tanti obiettivi l’atto Ue mira a recuperare il 20% delle aree terrestri e marine entro il 2030 e tutti gli ecosistemi che necessitano di ripristino entro il 2050, stabilendo obblighi su terreni agricoli, aree urbane, foreste e fiumi.

Si tratta di un cambio di marcia che, stando a quanto dichiara Coldiretti, “rimane un provvedimento ideologico. Anche se sono state eliminate le misure che avrebbero tagliato la produzione agricola made in Italy, aumentando le importazioni di cibi da Paesi extra Ue coltivati con pesticidi che da noi sono vietati da decenni […] rimangono però delle criticità, quali la gestione dei piani nazionali di ripristino, compresi alcuni obiettivi relativi ai terreni agricoli, assieme al mantenimento degli obiettivi di riumidificazione delle torbiere”.

Gli fa eco in una nota ufficiale Confagricoltura, per la quale l’entrata in vigore del Regolamento penalizza l’agricoltura e l’attività produttiva: “molte delle richieste e degli oneri previsti dalla proposta trovavano già attuazione in altre norme e questa legge aumenta solo le incombenze per gli agricoltori, compromettendo ancora una volta la produttività, quindi la sicurezza degli approvvigionamenti e prezzi equi per i consumatori. Nonostante i miglioramenti al testo rispetto alla prima stesura, rimane insoddisfacente poiché non tutela la superficie agricola e non prevedere fondi adeguati a raggiungere gli obiettivi fissati”.

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