Lusetti (Conad): “Con il calo demografico cambia la domanda dei consumatori”

2025-02-20T14:44:04+02:0020 Febbraio 2025 - 14:44|Categorie: in evidenza, Mercato, Retail|Tag: , |

Bologna – Il calo demografico, con tutte le sue conseguenze sulla composizione dei consumatori italiani, è il grande tema al centro dell’intervista a Mauro Lusetti, presidente di Conad e Adm, pubblicata su Il sussidiario. La domanda è cambiata molto rispetto al periodo anni ’70-’90: oggi assistiamo a uno scenario in cui le esigenze sono diverse, come spiega Lusetti: “L’aumento dei nuclei familiari composti da persone sole, a volte separate, altre volte anziane, altre ancora che vivono così per scelte personali, incide certamente sulle confezioni. Le offerte speciali, che riempivano la dispensa, sono in netto calo e in forte selezione: hanno diminuito la loro capacità di presa sul pubblico in maniera evidente. Le persone, anche e soprattutto quelle sole, fanno acquisti più frequenti, in quantità più basse. Le grandissime confezioni destinate alle famiglie con 4, 6, 8 persone praticamente non ci sono più. Le grandi offerte non hanno più la stessa presa che avevano fino a qualche anno fa”.

Più in generale, prosegue in merito al calo demografico, “nel breve e medio periodo faremo i conti con un numero inferiore quantomeno di italiani residenti: nel 2014 sfioravamo i 61 milioni di abitanti e dieci anni dopo siamo sotto i 59 milioni (-2,2%). Vuol dire che, a lungo andare, con questi numeri non solo va in tilt qualsiasi tipo di previsione dell’andamento dei consumi e delle vendite di beni, ma un intero sistema, a partire dalla sanità e dall’assistenza sociosanitaria. Noi facciamo i conti quotidianamente con l’andamento delle vendite e con la presenza nei nostri punti vendita dei consumatori, che non solo sono meno rispetto al passato, ma sono profondamente diversi: il modo di consumare e di nutrirsi è oggettivamente molto diverso rispetto al passato. Intanto, c’è il tema della presenza di stranieri, di immigrati o di nuovi italiani, che sfiora il 10% della popolazione”. Questi cambiamenti si ripercuotono anche sulla gestione operativa: “Dovremo affrontare una situazione difficile da sostenere: nella Grande distribuzione la differenza tra la domanda e l’offerta di lavoro, misurata da Confcommercio, è di 280mila unità“.

Il cambiamento della domanda da parte dei consumatori influisce anche sui punti vendita: sempre meno ipermercati e sempre più negozi di vicinato, magari con servizi aggiuntivi. “La consegna a domicilio, con tutte le difficoltà che derivano dal modo in cui sono fatte le città, sta crescendo, accanto alla rivalutazione dei punti vendita di media dimensione, che garantiscono un servizio di vicinato”.

Per evitare poi lo spopolamento dei piccoli centri, Lusetti aggiunge: “In alcuni paesi, come la Svizzera o l’Austria, ci sono strutture con la posta, lo sportello bancario, il punto vendita alimentare e un centro internet, fornendo una serie di servizi che consentono a chi vuole restare in quel paese di essere comunque collegato e connesso col resto del mondo”.

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