Roma – L’export made in Italy resiste nonostante l’attuale congiuntura socio-economica, segnata dalle guerre in atto. Questo, in sintesi, quanto emerso durante la prima giornata del Made in Italy Summit – l’evento organizzato da Sole 24 Ore, SkyTg24 e Financial Times in scena fino al 3 ottobre. “Nonostante tutto, l’export italiano continua a crescere”, ha ricordato il presidente dell’Agenzia Ice, Matteo Zoppas. “Siamo passati dai 480 mld di export nel 2019 ai 625 nel 2023. I dati di agosto 2024 sono negativi, ma non portano in zona negativa il risultato dei primi otto mesi, perciò speriamo di chiudere l’anno in positivo”.
Di fondamentale importanza in questo contesto, come ricorda il quotidiano di Confindustria, sono soggetti come Assocamerestero che, stando al presidente Mario Pozza, “accompagna e segue le imprese direttamente sul territorio non solo nella fase di apertura su un nuovo mercato, ma anche in quella di crescita e consolidamento”. Altro tema chiave emerso durante il Summit è la tutela del ‘marchio Italia’ in Ue dove “le norme sono talora troppo rigide e rischiano di soffocare la competitività del made in Italy”, ha sottolineato il presidente di Unioncamere Andrea Prete. In tal senso, “anche le fiere risultano essere uno strumento fondamentale per promuovere il made in Italy”, ha aggiunto Enrico Pazzali, presidente di Fondazione Fiera Milano, “il 26% delle imprese italiane esporta e lo fa in media in tre Paesi, mentre tra gli espositori di Fiera Milano la percentuale di aziende esportatrici sale all’84% e queste vendono in media in 14 mercati estere”.