Masaf, l’apiario del ministero distrutto dalle vespe orientali

2024-09-11T11:56:58+02:0011 Settembre 2024 - 11:56|Categorie: Mercato|Tag: , , |

Roma – Il ministro delle Politiche Agricole e della Sovranità Alimentare, Francesco Lollobrigida, ha pubblicato un video sul suo profilo Facebook dalla terrazza del Masaf in via XX Settembre, dove sono situati gli alveari del progetto ‘Api in Città’. Durante l’estate, le api sono state attaccate e uccise da sciami di vespe e calabroni, e l’alveare dovrà essere ripopolato.

“Il Ministero due anni fa ha aderito al progetto ‘Api in Città’, accogliendo le api e producendo miele: l’unico miele mai prodotto da un ministero dell’Agricoltura. Ho avuto l’onore di regalarlo alle alte cariche italiane e internazionali che ho incontrato, e tutti sono rimasti stupiti nello scoprire che su un tetto in pieno centro città si potesse produrre dell’ottimo miele. È vero, le api purtroppo non sono sopravvissute, ma la morte delle api è un fenomeno ciclico e naturale, che può verificarsi per molte ragioni. Non possiamo aspettarci che un progetto, anche valido come questo, sia immune alle leggi della natura”, ha spiegato Lollobrigida. “Quello che conta davvero è che ‘Api in Città’ abbia funzionato. Abbiamo portato biodiversità nel cuore di Roma, e un po’ di vanto a livello internazionale. Continueremo a partecipare all’iniziativa, guardando avanti, forti dell’esperienza acquisita, spronati a fare di più e meglio”.

La Federazione Apicoltori Italiani (Fai), che in collaborazione con Confagricoltura gestisce gli alveari ospitati dal Ministero, ha commentato il video spiegando che in Italia e in Europa si sta assistendo da diversi anni a un aumento dei predatori delle api mellifere. Gli attacchi agli alveari, sia in aree rurali che urbane, sono sempre più frequenti, soprattutto nei periodi di innalzamento delle temperature. Il recente attacco della Vespa orientalis all’apiario del Masaf ha attirato l’attenzione pubblica per la sua collocazione, ma riflette una situazione comune per gli apicoltori, spesso impotenti di fronte a questi predatori. Le due colonie dell’apiario verranno dunque reintegrate con api italiane (Apis mellifera ligustica, Spinola 1806), specie protetta dalla legge n. 313/2004 sulla Disciplina dell’Apicoltura.

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