Mutti (Centromarca) risponde a Buttarelli (Federdistribuzione): “Rincari ingiustificati? Basta con la caccia al colpevole”

Milano – “Le 59mila imprese dell’agroalimentare italiano si sarebbero messe tutte d’accordo per aumentare i listini?”. Questa la risposta di Francesco Mutti, presidente di Centromarca, a Carlo Alberto Buttarelli, presidente di Federdistribuzione, che in un’intervista a La Stampa ha recentemente dichiarato: “Gli aumenti dei prezzi del 2022 erano comprensibili, quelli di inizio 2023 no. I distributori non possono più fare da cuscinetto tra le industrie e i consumatori”. Ma stando a Mutti la situazione è molto più complessa di come appare. “L’inflazione ci ha investiti come una valanga così come i costi dell’energia. Quando aumentiamo i prezzi non lo facciamo a cuor leggero. Ci si assume il rischio di perdere quote di mercato”, spiega a La Stampa il presidente di Centromarca. “Stiamo assistendo all’onda lunga di un fenomeno iniziato alla fine del 2021. È vero che i profitti di alcune aziende aumentano, ma si parla di quelle energetiche e le banche, la situazione dell’agroalimentare è ben diversa. Un Paese si sostiene creando ricchezza, se le imprese non fanno profitti non possono fare investimenti e rischiano di dover lasciare a casa i propri dipendenti”. In tal senso, Mutti auspica che il Governo metta in atto una manovra di medio lungo periodo sul lavoro, “che sia più radicale e strutturale della riduzione del cuneo fiscale”.

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