Windhoek (Namibia) – La Namibia sta affrontando una gravissima crisi alimentare – la peggiore negli ultimi 100 anni secondo l’Onu – e pianifica di abbattere 723 animali selvatici, tra cui elefanti, zebre e ippopotami, con l’idea di utilizzarne la carne per sfamare la popolazione. Lo stato di emergenza era stato dichiarato già a maggio: si stima che circa 1,4 milioni di individui si troveranno a dovere affrontare livelli elevati di insicurezza alimentare acuta. Più dell’84% delle scorte di cibo presenti nel Paese sono esaurite a causa della siccità.
Nel dettaglio si parla di 83 elefanti, 30 ippopotami, 60 bufali, 50 impala, 100 antilopi, 100 gnu blu e 300 zebre. Aggiungendo i 262 animali già eliminati, si arriverebbe a un totale di 56mila chili di carne. Dal Ministero dell’Ambiente, delle foreste e del turismo fanno sapere che si tratta di esemplari che vivono all’interno di parchi nazionali e aree comunali con “numeri di selvaggina sostenibile”; cacciatori professionisti si occuperanno del loro abbattimento. Le autorità hanno specificato che “la loro carne sarà destinata al programma di soccorso contro la siccità”.
Gli abbattimenti hanno anche un ulteriore scopo: evitare gli scontri tra gli animali e le comunità umane, che si verificano sempre più spesso a causa della mancanza di cibo e acqua. Già l’anno scorso, era stato stabilito di ridurre la popolazione di elefanti nel Paese, ritenuta troppo numerosa.