Bologna – Secondo partner commerciale per l’Italia nel food & beverage e primo al mondo per import agroalimentare e per il consumo di prodotti bio, gli Stati Uniti rappresentano il secondo mercato di destinazione per il made in Italy. Con 4,6 miliardi di euro di esportazioni agroalimentari italiane nel 2019 (+11% rispetto al 2018). È quanto emerge dall’analisi di Nomisma condotta per Ita.Bio, la prima piattaforma online di dati e informazioni per l’internazionalizzazione del biologico italiano. Alla base della crescita, il maggior assortimento di prodotti a marchio bio nella grande distribuzione (5,8% l’incidenza del bio sul totale del carrello nel 2019, era solo 3,4% nel 2010), ma anche un diffuso interesse per il cibo salutare (65% dei consumatori scelgono avendo cura degli impatti del cibo sulla salute) e per la salvaguardia dell’ambiente. I consumatori statunitensi mettono l’Italia al primo posto nella classifica ‘origine di qualità’, sia relativamente ai prodotti alimentari in generale (28% indica ‘Italia’ quando pensa alle eccellenze del food & beverage) sia per quelli a marchio bio (26%). Il 71% percepisce infatti una qualità superiore del prodotto tricolore rispetto a quello di altri Paesi, tanto che più di 8 su 10 sono disposti a pagare un prezzo più alto per avere la garanzia del made in Italy nel bio. Vino, olio extra-vergine e pasta sono le categorie per cui i consumatori statunitensi cercano le garanzie di qualità offerte dal marchio bio e quelle su cui l’italianità è un fattore distintivo.
Negli Usa è boom per i prodotti bio made in Italy
RepartoGrafico2020-12-11T09:40:25+02:0011 Dicembre 2020 - 09:40|Categorie: Bio|Tag: biologico italiano, Export italiano, food and beverage, made in Italy|
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