Roma – È un ‘inverno demografico’ quello che si trova a vivere il Belpaese: aumenta l’età media della popolazione e calano le nascite, a tal punto che il gap fra le nascite e i decessi ha superato le 300mila unità. Come spiegato a Repubblica da Alessandro Rosina, docente di Demografia all’Università Cattolica, gli over 65 residenti in Italia passeranno da 14 a 19 milioni entro il 2050. Caleranno di circa otto milioni, nel frattempo, i lavoratori con un’età compresa fra i 20 e i 64 anni. Per non parlare poi delle nuove nascite, che entro il 2050 dovrebbero attestarsi al di sotto delle 300mila unità. Ma quali effetti avranno dati simili sul mercato del lavoro? Saranno circa due milioni i lavoratori con un’età fra i 15 e i 64 anni che mancheranno all’appello nel 2030, di cui 1,83 milioni nella fascia cruciale tra i 30 e i 64 anni. Nel 2002 il 67,1% della popolazione apparteneva proprio a questo range, mentre all’inizio di quest’anno la percentuale era scesa al 63,5%. Alla fine del decennio calerà ulteriormente al 61,5% e, in base ai dati Istat, arriverà al 54,1% nel 2070.
Nel 2030 mancheranno all’appello due milioni di lavoratori. I dati Istat
RepartoGrafico2022-08-01T11:34:13+02:001 Agosto 2022 - 11:34|Categorie: Mercato|Tag: Alessandro Rosina, Belpaese, Università Cattolica|
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