NielsenIQ/4. È il momento dell’intelligenza artificiale e di Tik Tok

2024-05-20T11:55:46+02:0020 Maggio 2024 - 11:24|Categorie: Il Graffio, in evidenza, Retail|

Di Luigi Rubinelli

Voi pensate che l’intelligenza artificiale e ChatCgpt siano argomenti pesanti? Vi sbagliate di grosso perché qui a Linkontro 2024 di NielsenIQ l’hanno presa alla larga, facendo aprire la sessione da un ensemble di musica classica con l’apertura dell’estate delle Quattro Stagioni di Vivaldi, con Sara Bernardini della Royal Holloway University di Londra, che di questo argomento ne ha fatto una professione e una ragion d’essere.

L’intelligenza artificiale (da qui in poi AI) ha avuto una accelerazione negli ultimissimi anni. Si occupa di:

  • linguaggi,
  • sviluppo codici,
  • immagini
  • redazione-editing,
  • segmentazioni e altro ancora.

Da quest’anno, addirittura, le soluzioni multimediali integrano con facilità testi e immagini.

L’AI, dice Bernardini, non è la panacea di tutti i mali perché c’è ancora molto da fare perché ad esempio non inferisce la causa delle azioni retroattivamente.

Cos’è l’AI?

L’intelligenza artificiale (AI) è la tecnologia di base che consente di simulare i processi dell’intelligenza umana attraverso la creazione e l’applicazione di algoritmi integrati in un ambiente di calcolo dinamico.

Gli agenti intelligenti che l’AI, crea ha capacità ancora limitate nella pianificazione di lungo periodo, che, invece, la mente umana è in grado di imporre.

I benefici

Quali sono i benefici dell’AI?

Ad esempio accelera il progresso scientifico sviluppando appositi algoritmi e scoprendo nuovi materiali; fa avanzare diagnosi approfondite nella medicina. Nel lavoro rende più produttivi i servizi, lavora in profondità nel marketing e nelle sales e nel design. Negli sviluppatori è poi il pane quotidiano. Nella gestione dei robot è in uso da tempo.

Le sfide che propone

In molti campi è migliorabile, come ad esempio nella guida autonoma delle auto (eclatante il Caso di Tesla) .

Ci sono poi problemi nel rispetto della privacy, nella trasparenza e nella spiegazione di molti fenomeni. Ad esempio nell’ambiente aiuta e danneggia contemporaneamente: aiuta nelle previsioni, ma rilascia una quantità di CO2 impressionante.

Le persone, quando si parla di AI, sono sicuramente più consapevoli ma anche più nervose, dice una recente ricerca di Ipsos.

E’ necessario un dialogo fra i tecnici dell’AI, i governi, l’opinione pubblica e le aziende. L’AI pone questioni esistenziali che devono trovare risposte.

In Europa non abbiamo player sull’AI e tutti devono ricorrere a Microsoft.

La IA va gestita con cura, gli errori da non fare

Dice Stefano Galli, chairman de Linkontro, che questa trasformazione va affrontata con cautela.

Offre diverse opportunità:

  • può consolidare la brand loyalty, ad esempio,
  • riesce a far lavorare con facilità sui social media,
  • agevola il retail media, dove però è necessario un approccio scientifico
  • può sviluppare azioni di virtual shopper assistant,
  • può aumentare il grado di personalizzazione,
  • aumentare il numero dei servizi.

Nell’AI si annunciano però nuovi player: ad esempio i digital social assistant.

I principali rischi connessi al suo uso sono di tipo legale, del rispetto della privacy, della protezione dei dati aziendali e dei clienti.

Sottolinea Matteo Bonù, Food industry leader di NielsenIQ che siamo di fronte a una forte ibridazione dei modelli di consumo e di commercio ed è difficile fare previsioni sul cambiamento odierno e futuro.

Ci sono 5 errori da non fare:

  1. guardare al passato per lavorare nel futuro,
  2. considerare il mercato on line basandosi solo sulle quote di mkt attuali,
  3. puntare solo su un modello di vendita,
  4. non far collaborare tutti i reparti aziendali allo sviluppo dell’AI
  5. non razionalizzare tutti i sistemi con:

personalizzazione,

velocità,

integrazione,

automazione

Non vogliamo trarre conclusioni affrettate o ultimative, ma in Alimentando pensiamo che i cambiamenti introdotti dall’uso dell’AI o sono già avvenuti, in alcuni casi, o avverranno a brevissimo tempo. Il problema è e sarà metabolizzarli.

È il prodotto che deve cercare i clienti e non viceversa

Dice Giuliano Cini, director di Tik Tok Italia e Grecia che:

il consumatore è sovraesposto da informazioni, immagini prodotti.

Come catturare la sua attenzione?

  • Passando da una logica transazionale e commerciale
  • a una logica di differenziazione.

Cioè è il prodotto che deve cercare i clienti e non viceversa.

I trend generano nuovi cambiamenti nei consumi. Si possono distinguere in:

  • momenti (hanno una vita breve),
  • segnali, (più radicati, stabili che guardano al futuro)
  • forze (agiscono sui cambiamenti culturali, lavorando ad esempio sulla sostenibilità).

Parlando di consumi, dice sempre Cini, bisogna ragionare sul medio-lungo periodo, è necessario intercettarli ragionando sui risultati dell’ascolto delle persone, e le strategie intraprese. In particolar modo bisogna tarare il linguaggio da utilizzare a seconda dei segmenti e delle situazioni, lavorando sulla naturalità e sulla spontaneità.

Tik Tok utilizza influencer che siano anche creator, di tutte le generazioni rappresentative della popolazione. Non c’è più linearità nel marketing funnel e va ripensata in profondità l’esperienza da proporre con quel brand.

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