Di Angelo Frigerio
Un editoriale con lo stesso titolo lo scrissi nel lontano marzo del 2017. Raccontavo dello scandalo Dieselgate, con i famosi e pluripremiati tecnici della Volkswagen beccati a ‘taroccare’ il dispositivo dei gas di scarico delle auto negli Usa. Della Deutsche Bank, la banca che, all’epoca, aveva in pancia titoli derivati per 54.700 miliardi di euro tanto che l’Fmi l’aveva descritta come la banca più rischiosa al mondo. Dell’aeroporto di Berlino, concepito nel 1995, con data fine lavori nel 2012, e aperto nell’ottobre del 2020 con ripetute interruzioni, inaugurazioni fissate e spostate improvvisamente, scandali vari. Oggi la situazione è ulteriormente peggiorata.
L’economia tedesca è in contrazione da due anni consecutivi: il Pil reale è sceso di circa -0,3% nel 2023 e -0,2% nel 2024 rispetto all’anno prima. Per il 2025 si prevede una stagnazione: essenzialmente Pil = 0 o molto vicino allo zero (previsioni riviste al +0,2%). Affrontando alti tassi d’interesse, l’incertezza politica ed economica, la spesa privata non riesce a trainare la crescita. L’inflazione, pur in discesa, mangia il potere d’acquisto: nonostante i salari in aumento, gli incrementi dei prezzi (specialmente nei servizi e nel settore alimentare) pesano molto. Gli ordini industriali sono scesi per mesi, con forte pressione soprattutto dal calo della domanda estera. Le esportazioni sono previste in calo nel 2025 (-1,9%) a causa di tensioni commerciali internazionali e perdita di competitività.
Anche la disoccupazione è in aumento: la Germania ha superato i tre milioni di disoccupati in certi mesi (es. agosto), con tasso intorno al 6,3-6,4%. Cala il lavoro nel manifatturiero, mentre i posti nei servizi pubblici e nella sanità mitigano in parte la discesa. L’inflazione Hicp – Indice armonizzato dei prezzi al consumo, una misura utilizzata nell’Unione Europea, definita ‘armonizzata’ perché tutti gli Stati membri adottano la stessa metodologia – non sarà più ai picchi del 2022-23, ma persistente: intorno al 2,4-2,5% per il 2024-25, con previsioni di calo verso l’1,9% nel 2026. Energy & food continuano a essere elementi volatili che incidono fortemente, anche se il calo dei prezzi dell’energia ha contribuito a alleviare un po’ la pressione sui costi generali. Il deficit pubblico resta elevato: per il 2024 circa 2,8% del Pil; per il 2025 attorno al 2,7%. Il debito pubblico rispetto al Pil è in crescita: era attorno al 62-63% nel 2024, previsto salire ulteriormente. La ripresa è attesa solo dal 2026, quando si prevede un Pil in aumento moderato (+1,1%) grazie a miglioramento della domanda interna e, solo parzialmente, delle esportazioni. Tensioni globali, instabilità politica interna, la transizione energetica e le sfide della digitalizzazione rimangono fattori che possono aggravare la situazione. La Germania era spesso considerata il ‘motore’ economico dell’Eurozona: quando va male lei, l’effetto si propaga. Il modello basato su manifattura forte, export, energia a basso costo e stabilità politica appare sotto stress: l’aumento dell’energia, la concorrenza internazionale (specialmente dalla Cina), i costi ambientali/di transizione, le difficoltà nelle infrastrutture e negli investimenti sono fattori che mettono in crisi il modello tedesco.
Due episodi lo dimostrano. Il primo è il racconto di un amministratore delegato italiano di ritorno da Anuga: “Ho perso un aereo che mi doveva riportare in Italia. Ho così deciso di prendere il treno. Un’esperienza disastrosa: ritardi e una prima classe molto peggiore di una seconda italiana”. Una situazione, quella delle FS tedesche, drammatica. Tanto che hanno dovuto affidare la gestione della rete ferroviaria a un nuovo manager. Si chiama Evelyn Palla. È italiana…
Il secondo è una chiacchierata con un ragazzo di Uber, Amhed, che mi ha portato in aeroporto a Colonia. È stato in Italia per otto anni proveniente dalla Somalia. Se lo ricorda bene quel periodo. Lavorava in un supermercato ma la paga era bassa. Oggi fa l’autista e guadagna 2.500 euro al mese. Ma sono lordi. Certo: “Ci sto dentro ma qui costa tutto caro e si mangia male”, mi raccontava. “Poi mi mancano gli amici italiani. E il vostro sole…”.