Roma – È previsto per oggi un nuovo incontro del Tavolo sul Latte al Masaf, dopo quello che si è svolto la scorsa settimana con l’obiettivo di fermare la discesa dei prezzi del latte. Gli agricoltori, intanto, fanno sapere che alcuni caseifici stanno disdicendo i contratti a prezzo prefissato che altrimenti si sarebbero rinnovati automaticamente il 1° gennaio 2026. Lo ha detto a Repubblica Paolo Macazzola, allevatore e presidente lombardo di Cia, che ha dichiarato: “Se davvero ci trovassimo costretti a buttare via il latte, per noi allevatori sarebbe la fine”.
A spingere l’aumento dei prezzi del latte, nei primi mesi dell’anno, era stata la mancanza di latte sui mercati esteri (in Germania la produzione aveva rallentato a causa della diffusione della Blue Tongue) e l’elevata quotazione dei formaggi italiani. Il Grana Padano, in particolare, in estate aveva superato gli 11 euro al chilo per lo stagionato 9 mesi, prezzo che a ottobre è sceso a 10,6 euro al chilo, tanto che il Consorzio è intervenuto per contenere l’eccesso di produzione e per studiare misure strutturali per il 2026. Ora, la ripartenza della raccolta di latte in Europa e i magazzini pieni di forme invendute, stanno deprimendo il prezzo del latte italiano. Inoltre, come spiega Massimo Forino, presidente di Assolatte, sulle pagine di Repubblica, “mentre la produzione cresce, la domanda ha subito un rallentamento. Anche la domanda internazionale ha frenato, tant’è vero che l’esportazione negli ultimi due mesi, dopo cinque anni di crescita continua, ha mostrato segni negativi”.
Ma, quanto alle disdette sui contratti, Forino spiega: “Non parliamo, per carità, di battaglia sul latte perché con i prezzi così in calo è normale che i produttori disdettino i contratti: non lo fanno certo per smettere gli acquisti, ma solo per non rinnovarli in modo tacito e trattare invece sul nuovo prezzo“.