Ortofrutta: chiude il Gruppo T18. L’Ad Ramondo: “Non vedo prospettive nel commercio tradizionale”

2021-12-09T10:28:09+02:009 Dicembre 2021 - 10:28|Categorie: in evidenza, Ortofrutta|Tag: , , , , |

Torino – Cesserà definitivamente le attività il 10 dicembre il Gruppo T18, uno dei maggiori produttori e distributori di frutta e verdura in Italia. Con sede a Torino, dove venne fondato a fine ‘800, include tre società: Agro T18 Italia Srl dedicata alla Gdo, all’export e ai grandi acquirenti; Fv-Effevi Srl, importatore, maturatore e distributore di banane; e Ramondo Srl, azienda all’ingrosso presente al Caat. Una realtà storica, che chiude i battenti “nonostante i conti siano in ordine, non ci sia ad oggi nemmeno un credito scaduto e il 2020 sia stato paradossalmente una buona annata”, fa sapere in un’intervista a Fruitbook Magazine l’Ad, Edoardo Ramondo. Le ragioni che hanno portato a questa decisione sono diverse, spiega Ramondo: “La principale è sotto gli occhi di tutti, la si evince guardando a quanta gente oggi solca le corsie dei mercati all’ingrosso. Non è più una casualità, ma un trend negativo che fotografa la situazione in cui versa il commercio di prodotti ortofrutticoli. Per una realtà come il Gruppo T18, che mira a fatturare decine di milioni di euro, è un segnale gravissimo”. A questo si sommano le nuove abitudini di consumo dettate dalla pandemia, con un interesse sempre minore per il prodotto fresco di prima gamma e uno sempre maggiore per quello ad alto contenuto di servizio. “La mia famiglia lavora nel commercio dell’ortofrutta da più di cent’anni – aggiunge l’Ad – mio padre mi ha trasmesso una grande senso di responsabilità, mi ha insegnato l’etica nel fare le cose e a non nascondermi nel momento in cui bisogna prendere decisioni importanti. Per questo circa due mesi fa ho maturato la convinzione di interrompere l’attività, perché non ci sono più le prospettive per andare avanti”. A incidere sulle prospettive anche l’escalation del commercio online, che secondo Ramondo “ha devastato e desertificato determinati ambiti e settori professionali”. “Se la logistica la fa uno che si chiama Amazon, che ha il controllo dei container mondiali, capisci che non c’è più dialettica. Mi auguro di sbagliare di grosso, ma non vedo prospettive per il commercio tradizionale di ortofrutta”.

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