Chapel Hill (Usa) – “La riduzione del consumo di carne processata potrebbe ridurre il peso di alcune malattie croniche negli Stati Uniti. Tuttavia, sono necessarie ulteriori ricerche per avere maggiori certezze sugli effetti stimati della riduzione del consumo di carne rossa non processata”. Questi i risultati di una ricerca condotta da un team dell’Accademia globale dell’agricoltura e dei sistemi alimentari dell’Università di Edimburgo (Scozia) e dell’Università del North Carolina a Chapel Hill (Usa), pubblicata sul sito The Lancet Planetary Health. Per lo studio, è stata fatta una microsimulazione sulla popolazione degli Usa basata sui dati raccolti dai Centers for Disease Control and Prevention (Cdc) americani.
In tutto, sono state prese in esame le condizioni di 8.665 individui (il 51,9% maschi, il 48,1% femmine, con un’età media di 49,54 anni), a rappresentare 242.021.876 adulti americani. “Abbiamo stimato”, spiegano gli scienziati, “che una riduzione del 30% dell’assunzione di carne processata da sola potrebbe portare a 352.900 […] casi in meno di diabete di tipo 2, 92.500 […] casi in meno di malattie cardiovascolari, 53.300 […] casi in meno di cancro del colon-retto e 16.700 […] morti in meno per tutte le cause” durante un periodo equivalente a 10 anni. Per quanto riguarda la carne rossa non processata, invece, una riduzione del 30% dei consumi “potrebbe portare a 732.600 […] casi in meno di diabete di tipo 2, 291.500 […] casi in meno di malattie cardiovascolari, 32.200 […] casi in meno di cancro del colon-retto e 46.100 […] morti in meno per tutte le cause”. Una riduzione del 30% dei consumi di entrambi i tipi di carne, infine, “potrebbe portare a 1.073.400 […] casi in meno di diabete di tipo 2, a 382.400 […] casi in meno di malattie cardiovascolari, a 84.400 […] casi in meno di cancro del colon-retto e a 62.200 […] morti in meno per tutte le cause”.