Terre d’Oltrepò (3) / La risposta del CdA alla ‘Richiesta azione di responsabilità’ mossa da alcuni soci ed ex soci

2025-07-02T16:45:25+02:002 Luglio 2025 - 16:45|Categorie: in evidenza, Vini|Tag: , |

Broni (Pv) –  Riportiamo di seguito il testo integrale inviato dal CdA di terre d’Oltrepò in risposta alla ‘Richiesta Azione di Responsabilità’ mossa da alcuni soci ed ex soci.

Oggetto: Riscontro formale al documento denominato “Richiesta Azione di Responsabilità” del 28 giugno 2025

PREMESSA

In data 26 giugno 2025 è stato diffuso tramite piattaforme social un documento, redatto da alcuni soci ed ex soci, intitolato “Richiesta Azione di Responsabilità”, rivolto contro l’organo amministrativo, la direzione e i soggetti di controllo della cooperativa.

Il contenuto di tale documento presenta gravi errori giuridici, affermazioni false, illazioni personali prive di fondamento e richieste incompatibili con l’ordinamento societario vigente.

La presente comunicazione costituisce la posizione ufficiale di Terre d’Oltrepò Soc. Coop. Agricola, che intende rispondere punto per punto, con rigore e trasparenza, a tutela della propria reputazione, dei propri dirigenti e del patrimonio sociale comune.

  1. Il documento è giuridicamente irricevibile

Ai sensi dell’ art. 2393 del Codice Civile, un’azione di responsabilità nei confronti degli amministratori può essere validamente proposta solo:

  • a seguito di delibera dell’assemblea dei soci, con le maggioranze statutarie previste;
  • mediante patrocinio legale qualificato;
  • con chiara individuazione dei soggetti, dei fatti contestati, del danno e del nesso causale.

Il documento in oggetto:

  • non è stato deliberato da alcuna assemblea;
  • non ha alcuna valenza legale o procedurale;
  • non presenta né prove, né numeri, né atti contestuali.

È quindi giuridicamente nullo, privo di efficacia legale e irricevibile da qualsiasi autorità o tribunale.

  1. Le accuse sono false e potenzialmente rilevanti sul piano penale

Attribuire ad amministratori, dirigenti e membri degli organi di controllo:

  • responsabilità patrimoniali infondate e non documentate;
  • condotte fraudolente o “violente”;
  • presunti “danni da 50 milioni di euro” senza alcuna evidenza documentale ;

costituisce un atto gravemente diffamatorio che può configurare:

  • diffamazione aggravata (art. 595 c.p.);
  • calunnia (art. 368 c.p.);
  • abuso del diritto di denuncia.

Se tali contenuti verranno reiterati o diffusi, l’Ente agirà senza indugio in sede penale e civile contro ogni firmatario.

  1. La costituzione della S.p.A. è pienamente legittima e rafforza lo scopo mutualistico

Contrariamente a quanto sostenuto nel documento, la costituzione della società TDO S.p.A.:

  • è avvenuta in modo conforme al Codice Civile;
  • è stata deliberata dal CdA, nei limiti delle sue prerogative;
  • per quanto occorrer possa, è stata anche approvata dall’assemblea dei soci.

Inoltre:

  • la società è interamente controllata dalla cooperativa (100% delle quote),
  • lo scopo mutualistico non solo non viene eluso, ma rafforzato, attraverso uno strumento più efficiente per attrarre capitali, generare redditività e valorizzare i conferimenti.

TDO S.p.A. rappresenta l’unico modello in grado di garantire la continuità e la sopravvivenza della cooperativa.

  1. L’operato del CEO è tracciabile, legittimo e approvato

Il dott. Umberto Callegari:

  • ha agito sempre su mandato del CdA;
  • ha operato sotto la vigilanza costante dell’ODV, del Collegio Sindacale e dei Revisori;
  • non ha mai assunto decisioni strategiche prive di autorizzazione formale.

Tutti gli atti sono verbalizzati, archiviati e documentabili.

Le accuse rivoltegli nel documento sono false, pretestuose e lesive della sua reputazione personale e professionale.

  1. La dirigente Roberta Cambiaghi non è soggetto passibile di azione di responsabilità

La dott.ssa Cambiaghi:

  • è una dirigente, non un’amministratrice;
  • non ha potere deliberativo né rappresentanza legale;
  • agisce sotto direttiva del CdA e nel perimetro dei suoi incarichi operativi.

Includerla tra i destinatari di un’ipotetica azione ex art. 2393 c.c. è un errore giuridico macroscopico e un atto potenzialmente diffamatorio.

  1. La cifra di “50 milioni di euro” è arbitraria, falsa e priva di qualsiasi base probatoria, tecnica o contabile

Nel documento si afferma che le azioni del CdA e della dirigenza avrebbero prodotto un “danno stimato in 50 milioni di euro”.

Tale affermazione:

  • non è supportata da alcun elemento probatorio;
  • non trova riscontro in alcun bilancio approvato;
  • non è collegata ad atti, delibere o contratti specifici;
  • non è mai stata oggetto di rilievo da parte di Revisori, Sindaci o ODV.

Si tratta di una cifra totalmente arbitraria e infondata, usata in modo retorico e diffamatorio, che non può essere invocata né in ambito giudiziale né societario.

  1. I Tribunali hanno riconosciuto la legittimità dell’operato di TDO

Nel contenzioso promosso da Mack & Schühle, richiamato impropriamente nel documento, i Tribunali di Milano e Pavia hanno, rispettivamente, sospeso il titolo in virtù del quale erano stati avviati dei pignoramenti nei confronti della Cooperativa e sospeso i procedimenti esecutivi conseguenti

Qualunque tentativo di usare tale vertenza per sostenere ipotetiche colpe interne è infondato e già smentito dalla giustizia ordinaria.

  1. L’invocazione di un commissario o di un liquidatore è giuridicamente infondata e improponibile dai soci

Il documento pretende l’intervento di un commissario o di un liquidatore per avviare azioni contro l’organo amministrativo. Anche tale richiesta è erronea e inammissibile in diritto.

Infatti:

  • né un commissario né un liquidatore possono essere “invocati” dai soci:

o un commissario giudiziale può essere nominato solo da un tribunale, in casi previsti dalla legge ;

o un liquidatore viene nominato dopo delibera di scioglimento;

La richiesta è dunque priva di fondamento giuridico e alimenta false aspettative, esponendo i firmatari a ulteriori responsabilità.

  1. CONCLUSIONI

Il documento del 28 giugno:

  • è giuridicamente nullo;
  • è gravemente diffamatorio;
  • contiene affermazioni false, illazioni infondate e richieste improponibili.

Terre d’Oltrepò SCAPA respinge integralmente ogni contenuto, diffida i firmatari da ulteriori azioni simili e si riserva ogni diritto di tutela civile, penale e patrimoniale a difesa della società, dei suoi amministratori, dirigenti e della stabilità dell’intero sistema cooperativo.

Richiamiamo inoltre tutti i soci alla responsabilità:

atti di questo tipo, maldestri nei contenuti e assolutamente distruttivi negli effetti, non solo non producono alcun risultato utile, ma arrecano un danno diretto alla cooperativa e all’intera comunità locale.

È importante che la base sociale riconosca l’azione ricorrente di soggetti già noti, che negli anni hanno contribuito a indebolire la cooperativa, compromettendone la reputazione, la governance e la sostenibilità.

La priorità oggi è tutelare il lavoro, il valore creato e l’interesse comune. Chi agisce per dividere, destabilizzare o screditare, agisce contro la cooperativa e contro il territorio.

Cordiali saluti,

Il Consiglio di Amministrazione

Terre d’Oltrepò Società Cooperativa Agricola

 

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