Carpi (Mo) – Con un valore di produzione superiore ai 35 miliardi di euro e oltre 180mila addetti, il sistema agricolo e agroalimentare è uno dei capisaldi dell’economia emiliana. Un settore colpito dal sisma nei suoi delicati meccanismi, ma che tenta di tornare alla normalità. È il caso di Italcarni. L’azienda di Carpi (Mo), uno dei comuni più vicini all’epicentro del sisma, macella circa 700mila capi di suini all’anno e vanta un fatturato di circa 200 milioni di euro. Dalle dichiarazioni rilasciate oggi a Il Sole 24 Ore dall’amministratore delegato Roberto Carù emerge che il vero problema non sono solo i danni materiali provocati dal sisma, quanto quelli psicologici: “Non è tanto la dimensione economica a preoccuparmi, ma quella umana”, spiega Carù. “Molti dei nostri 600 collaboratori non sono tranquilli. Questa difficoltà a tornare alla normale quotidiana influenza l’efficienza dell’azienda e del sistema”. (PF)
Terremoto: l’agroalimentare rialza la testa, ma resta la paura
RepartoGrafico2012-06-26T09:51:00+02:0026 Giugno 2012 - 09:48|Categorie: Salumi|Tag: Italcarni, Roberto Carù, terremoto|
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