Milano – La filiera agroalimentare italiana, che comprende agricoltura, industria alimentare, distribuzione e ristorazione, ha raggiunto un fatturato record di oltre 707 miliardi di euro nel 2023, in crescita del 34% rispetto al 2015, impiegando 5,8 milioni di lavoratori. Secondo i dati TEHA che verranno presentati al forum Food&Beverage di Bormio (6-7 giugno), il settore è il primo per contributo al Pil nazionale (19,8%), includendo attività a monte e a valle della produzione. Il valore aggiunto diretto generato ammonta a 74 miliardi di euro, superando di gran lunga comparti come la moda e la chimica. Tuttavia, la filiera è caratterizzata da un’eccessiva frammentazione: oltre l’80% delle imprese è costituito da micro-realtà, che producono solo il 9,9% del valore aggiunto, mentre le grandi imprese, appena lo 0,3% del totale, sono altamente produttive e più attrezzate ad affrontare sfide globali. Un’impresa su tre dichiara difficoltà operative crescenti.
Un punto di forza del settore è rappresentato dai prodotti certificati Dop e Igp, che con 891 referenze fanno dell’Italia il paese leader in Europa: generano 20,2 miliardi di euro e rappresentano il 10,8% del fatturato e il 19,9% dell’export del food&beverage. “Durante la nona edizione del forum food&beverage di Bormio definiremo proposte di policy che coinvolgono l’intero sistema agroalimentare esteso” – dichiara Valerio De Molli, Ceo e Managing Partner di TEHA. “Le misure che proponiamo puntano a sostenere l’innovazione e la digitalizzazione, semplificare l’accesso al credito, valorizzare le filiere certificate, promuovere la sostenibilità lungo tutta la catena del valore, attrarre giovani talenti attraverso percorsi formativi più qualificanti e garantire un quadro normativo stabile e favorevole all’impresa. In un momento in cui il futuro del Paese si gioca sulla capacità di affrontare con strumenti nuovi i cambiamenti in corso, l’agroalimentare italiano può e deve diventare un modello di crescita resiliente, digitale e inclusivo. Per farlo è necessario un piano strategico condiviso, basato sui dati, che coinvolga tutta la filiera e guardi lontano”.