Roma – “Sul Piano Transizione 5.0 esprimiamo un giudizio con alcune luci e diverse ombre, che dovrebbero essere di insegnamento per le imprese e per il Governo per elaborare una più efficiente politica degli investimenti”. Si esprime così Marco Nocivelli, vicepresidente di Confindustria per le Politiche Industriali e il Made in Italy, in audizione al Senato.
Al 27 novembre, data di scadenza per la presentazione dei crediti d’imposta, sono arrivate richieste da 20.197 imprese, per oltre 4,7 miliardi di euro contro i 2,5 miliardi disponibili nel Pnrr, stando a quanto riporta il Sole 24 Ore. “Ma non possiamo sottacere le forti criticità nella fase di gestione della misura, che ha comportato molte revisioni, generando incertezza nelle imprese. Con problemi che restano aperti, come quello delle risorse”, ribadisce Nocivelli. Il surplus di richieste obbliga infatti a trovare nuove dotazioni e a valutare il destino dei progetti in lista d’attesa. Anche assumendo un ridimensionamento prudenziale delle richieste, il fabbisogno residuo potrebbe sfiorare fino a 800 milioni-1 miliardo di euro (leggi qui).
“È importante confermare che tutte le pratiche 5.0 in possesso dei requisiti di legge e avviate tramite comunicazione preventiva entro il 27 novembre saranno integralmente finanziate”, sottolinea il vicepresidente di Confindustria. Che, in vista dell’approvazione della manovra 2026, come riporta il Sole 24 Ore, ribadisce la necessità di “strutturare misure con un orizzonte di medio periodo e che l’iperammortamento abbia la garanzia di una applicazione anche per il 2027 e 2028”. A tal proposito, “serve chiarezza delle regole sin dalla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale e che si avvii un serio monitoraggio della spesa per evitare tagli o click day, che si individui con certezza l’amministrazione competente e si possa procedere all’attuazione già dal 1° gennaio 2026”.