Trevalli Cooperlat e l’inchiesta sul latte adulterato, emesse cinque misure cautelari. Ma i dipendenti indagati vogliono tornare al lavoro

2024-09-20T11:42:40+02:0020 Settembre 2024 - 11:42|Categorie: Formaggi, in evidenza|

Pesaro – Nell’ambito dell’inchiesta per adulterazione di prodotto e frode in commercio, scattata lo scorso aprile, che vede coinvolta l’azienda casearia Fattorie Marchigiane, controllata della cooperativa Trevalli Cooperlat, il Gip del tribunale di Pesaro ha emesso, a inizio settembre, cinque misure cautelari. Come si apprende dal Resto del Carlino, i provvedimenti, che contengono il divieto di entrare in azienda per sei mesi, risultano a carico di cinque dipendenti dello stabilimento di Colli al Metauro di Fattorie Marchigiane, dove, ad aprile, erano state sequestrate circa 90 tonnellate di latte e 110 tonnellate di prodotti caseari, insieme a circa 2,5 tonnellate di sostanze sofisticanti fra soda caustica e acqua ossigenata.

I nomi dei cinque indagati, che all’epoca dei fatti ricoprivano ruoli di responsabilità nello stabilimento interessato, sono stati resi noti dal quotidiano stesso: Bernardo Pittalis, direttore di produzione; Roberto Manna, responsabile di laboratorio; Diego Zanchetti, addetto all’inserimento nei sistemi gestionali; Giuseppe Nucci, consulente aziendale esterno; e Frediano Luconi, coordinatore dei siti di produzione. I cinque hanno richiesto la revoca della misura, ma la pm Silvia Cecchi ha espresso la propria contrarietà. Ancora, comunque, non è stata resa nota la decisione del Gip.

Come si apprende dal Resto del Carlino, le indagini dovrebbero terminare a breve, quando i consulenti tecnici avranno terminato l’esame del contenuto dei cellulari sequestrati agli indagati.

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