Bruxelles (Belgio) – Si dovrà aspettare ancora, almeno tre o quattro mesi, per conoscere il destino dell’etichetta “Made in”. Martedì, infatti, il Consiglio Ue ha accolto la richiesta di ulteriori analisi, presentata a marzo da Regno Unito, Germania e Svezia (paesi tradizionalmente importatori, contrari alla norma). L’analisi, coordinata dalle direzioni generali Impresa e tutela dei consumatori della Commissione Ue, partirà subito. Ma i tempi tecnici necessari potrebbero prolungarsi fino a gennaio, mese in cui terminerà il semestre di guida dell’Italia, paese notoriamente favorevole alla norma, insieme a Francia e Spagna. Tre saranno gli elementi da considerare, non tramite interviste o indagini empiriche, ma attraverso valutazioni di istituzioni indipendenti, letteratura accademica e pareri di associazioni imprenditoriali e dei consumatori nei vari Paesi. Si verificheranno i costi diretti e indiretti per le imprese, gli aggravi amministrativi e burocratici e, infine, l’effettiva influenza della tracciabilità dei prodotti sulle scelta d’acquisto dei consumatori.
Ue: in stand-by il provvedimento per l’etichetta ‘Made in’
Irene2014-09-19T13:02:29+02:0019 Settembre 2014 - 12:59|Categorie: Mercato|Tag: commissione europea, etichetta made in, made in|
Post correlati
L’agroalimentare coreano cresce in Europa (+30%). Italia tra i mercati principali
22 Maggio 2025 - 15:31
Retail, il futuro è omnicanale e personalizzato. Il business talk di Rcs Academy
22 Maggio 2025 - 11:16